Incredibile conversazione tra Nave americana e Spagna. (video con traduzione in italiano)

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Il bollo auto aumenta del 12%, ma in alcune regioni non si deve pagare per 3 anni.

Previsti aumenti di circa il 12% per la tassa automobilistica, o come viene più comunemente chiamato Bollo auto, conosciuto da sempre come tassa di circolazione. Si tratta di un tributo locale, che generalmente grava su autoveicoli e motoveicoli immatricolati nella Repubblica Italia, la cui somma dovuta viene attribuita alle Regioni di residenza.

Nonostante sia una tassa di proprietà che quindi dovrebbe essere versata da tutti coloro siano in possesso di un autoveicolo e motoveicolo, esistono dei casi particolari che consentono ad alcuni soggetti di non pagare il bollo auto. Tali esenzioni riguardano sostanzialmente la tipologia del veicolo, la regione di appartenenza e se si rientra o meno in una categoria protetta.

L’ACI, prevede dunque delle esenzioni che vediamo descritte qui di seguito:
– Esenzione bollo veicoli elettrici: per tutti i veicoli elettrici non si pagherà il bollo per i primi cinque anni dopo l’immatricolazione del mezzo. Dopo il quinto anno si pagherà soltanto un quarto del bollo auto normale.
– Riduzione bollo per auto GPL E METANO: qualora tali veicoli rispettassero le normative CEE sulle emissioni inquinanti, pagheranno un bollo pari al 25% dell’equivalente a benzina.
– Esenzione bollo per auto ibride: per tali veicoli, per i primi tre anni dopo l’immatricolazione non ci sarà da pagare il bollo, ma soltanto nelle regioni Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Puglia.
– Esenzione bollo per auto storiche: per questo tipo di auto bisogna considerare da quanto tempo l’auto non viene utilizzata, ovvero se sono trascorsi più di 30 anni il bollo non dovrà essere pagato, non bisogna fare domanda ne essere iscritto in qualche registro.Ad ogni modo il bollo per auto storiche è pari a 28,40euro per le moto storiche è invece 11,36 euro. Se,invece, l’auto o la moto non vengono utilizzate da un minimo di 20 ad un massimo di 30 anni, bisogna essere in possesso di un attestato di storicità rilasciato dall’Asi o dalla FMI per non pagare il bollo.
– Esenzione bollo per auto di portatori di handicap: per gli invalidi e disabili non è previsto il pagamento di nessun tipo di bollo, e l’esenzione vale per autovetture, autoveicoli per trasporto promiscuo, autoveicoli per trasporti specifici, motocarrozzette, motoveicoli per trasporto promiscuo, motoveicoli per trasporti specifici, con limitazione di cilindrata fino a 2000 cc per i veicoli a benzina e fino a 2800 cc per i veicoli diesel, purchè siano condotti dal disabile stesso o utilizzati per l’accompagnamento e guidati da altre persone.

I tre alberi. Racconto di speranza e di fede.


In un bosco in cima ad una collina, vivevano tre alberi.

Un giorno iniziarono a discutere dei loro desideri e delle loro speranze.

Il primo albero disse: ‘Spero di diventare un giorno lo scrigno di un tesoro. Potrei essere riempito d’oro, d’argento e di gemme preziose. Potrei essere decorato con intarsi finissimi ed essere ammirato da tutti.’

Il secondo albero disse: ‘Io spero di diventare una nave possente. Vorrei portare re e regine attraverso i mari fino agli angoli più reconditi del mondo. Vorrei che per la forza del mio scafo ognuno si sentisse al sicuro.’

Infine il terzo albero disse: ‘Io vorrei crescere fino a diventare l’albero più alto e più dritto di tutta la foresta. Tutta la gente mi vedrebbe irto sulla cima della collina e ammirando i miei rami contemplerebbe i cieli e Dio, vedendo quanto io gli sia vicino. Sarei il più grande albero di tutti i tempi e tutti si ricorderebbero di me.’

Trascorse qualche anno e ogni albero pregava che i suoi desideri si avverassero. Alcuni taglialegna passarono un giorno vicino ai tre alberi. Uno di questi si avvicinò al primo albero e disse: ‘Questo sembra un albero molto resistente, riuscirò sicuramente a venderne la legna ad un falegname’. E iniziò a tagliarlo. L’albero era felice perché sapeva che il falegname lo avrebbe trasformato in uno scrigno prezioso. Giunto dal secondo albero un taglialegna disse: ‘Questo sembra un albero molto resistente, credo che riuscirò a venderlo ad un cantiere navale.’ Il secondo albero era felice perché sapeva che stava per diventare una nave possente. Quando i taglialegna si avvicinarono al terzo albero, l’albero era spaventato perché sapeva che se fosse stato tagliato i suoi sogni non si sarebbero mai avverati. Uno dei taglialegna disse: ‘Non ho ancora deciso cosa ne farò del mio albero. Ma intanto lo taglierò’. E subito lo tagliò. Quando il primo albero fu consegnato al falegname fu trasformato in una cassa per contenere mangime per animali. Fu portato in una grotta e riempito di fieno. Ciò non era certamente quello per cui l’albero aveva pregato. Il secondo albero fu tagliato e trasformato in una piccola barca da pesca. I suoi sogni di diventare una nave possente e trasportare re e regine era terminato. Il terzo albero fu tagliato in larghe tavole e abbandonato nel buio. Gli anni passarono e gli alberi dimenticarono i loro sogni. Finché un giorno, un uomo e una donna giunsero alla grotta. La donna partorì e il neonato fu adagiato nella cassa per il mangime degli animali che era stata fatta con il primo albero. L’uomo aveva sperato di poter costruire una culla per il bambino, ma fu la mangiatoia a divenirlo. L’albero avvertì l’importanza di questo evento e capì che aveva accolto il più grande tesoro di tutti i tempi. Anni dopo, alcuni uomini erano sulla barca da pesca che era stata realizzata con il secondo albero. Uno degli uomini era stanco e si era addormentato. Mentre si trovavano in mare un violento temporale li sorprese e l’albero pensò che non sarebbe stato abbastanza robusto per proteggere i passeggeri. Gli uomini svegliarono la persona che si era addormentata che alzandosi in piedi disse: ‘Pace’. La tempesta di placò immediatamente. A questo punto il secondo albero capì di aver trasportato il Re dei Re nella sua barca. Alla fine, qualcuno arrivò e prese il terzo albero. Mentre veniva trasportato attraverso le strade, la gente scherniva l’uomo che lo sosteneva. Quando si fermarono l’uomo fu inchiodato all’albero e innalzato in aria lasciandolo morire in cima ad una collina. Quando giunse la domenica, l’albero capì che era stato abbastanza robusto da stare in cima ad una collina e così vicino a Dio poiché Gesù era stato crocifisso sul suo legno.

Quando le cose non sembrano andare nella direzione che ti aspetti, sappi che Dio ha sempre un piano per te. Se tu hai fiducia in Lui, Lui ti darà grossi doni. Ogni albero ebbe ciò che voleva ma non nel modo che avrebbe immaginato. Noi non sappiamo sempre ciò che Dio ha riservato per noi. Sappiamo che le Sue vie non sono le nostre vie, ma le sue vie sono sempre le migliori.

I vitalizi dei consiglieri regionali costano allo stato (cioè a noi) circa.. (◀ clicca per leggere)


I vitalizi dei consiglieri regionali costano 170 milioni di euro all'anno e rischiano di mandare in bancarotta le casse delle Regioni italiane. Con buona pace delle riforme di austerity, dei sacrifici per tutti e altre amenità simili. I vitalizi sono pensioni destinate a chi è stato consigliere regionale anche solo per pochissimo tempo e pur non avendo raggiunto i requisiti anagrafici (si può richiedere anche a 50 anni) del resto dei comuni mortali, inoltre esiste la reversibilità in caso di morte. Questi privilegi sono stati decisi, in barba ai contribuenti, dagli stessi consigli regionali con la sfacciataggine tipica del ceto politico nostrano. Secondo «La Casta invisibile delle Regioni» di Pierfrancesco De Robertis, in media con una consiliatura si prendono 2.500 euro al mese, che salgono a 4.500 con due. Per i governatori si arriva a 5mila euro al mese. I soldi per la cassaintegrazione non si trovano, tantomeno prospettive per i giovani precari o disoccupati, ma per i privilegi e le laute pensioni che i politici si votano da soli si può sempre inventare qualche soluzione. D'altronde questi politici spendaccioni possono essere tollerati anche dai più rigidi sostenitori dell'austerity purchè non pestino i piedi a chi sta troppo in alto e svolgano il loro ruolo: far pagare i costi della crisi a lavoratori, famiglie e giovani, favorire l'accumulo di ricchezze da parte dei grandi imprenditori dirottando milioni di euro sulle grandi inutili opere (vogliamo parlare del grattacielo della Regione Piemonte a Torino?).  



Il pastore e la gabbia arrugginita. (Bellissimo)


C’era una volta un uomo. Era pastore nella chiesa di un piccolo villaggio.

Una domenica di Pasqua egli si recò in chiesa portando con se una gabbia arrugginita.
La collocò vicino al pulpito incurante dello stupore suscitato nei fedeli. Naturalmente essi se ne chiedevano mentalmente la ragione.

Il pastore, in risposta a quei muti interrogativi cominciò a parlare. “Ieri, stavo passeggiando, quando ho visto un ragazzo con questa gabbia. Nella gabbia c’erano tre uccellini. Tremavano per il freddo e lo spavento.

Ho fermato il ragazzo e gli ho chiesto:

“Cos’hai li, figliolo?”
“ Tre vecchi uccelli” mi ha risposto.
“Cosa ne farai?” ho chiesto ancora.
“Li porterò a casa e mi divertirò con loro.”
mi ha risposto il giovane con uno sguardo beffardo.

“Li stuzzicherò, e strapperò loro le piume… per sentire più acute le loro grida… li provocherò, li farò litigare… Ah, mi divertirò moltissimo….”.
“Mah, presto o tardi ti stancherai di loro. Allora, cosa farai?”
“Oh, a casa ho dei gatti…. a loro piacciono gli uccelli…. li darò a loro… - Ho riflettuto, in silenzio per un momento.
“Quanto vuoi per questi uccelli, figliolo?”
ho domandato….
“Cosa??!! Non vorrà davvero questi uccelli di campo, Signore….Non sono niente di speciale.
Non cantano neppure. Non sono neppure belli….!”
“QUANTO?”
ho chiesto di nuovo.
Pensando che fossi matto ha sbottato
“Cento euro.”
“Non ci ho pensato su neppure un attimo…
Ho cercato il denaro in tasca e l’ho messo nelle mani del ragazzo.
Come un fulmine il giovanotto ha afferrato la banconota ed è sparito.
Io, ho preso la gabbia, con delicatezza l’ho portata in un prato con alberi e fiori ed erbe e apertata, con gentilezza ho lasciato liberi quegli uccelli. Ecco perché ho questa gabbia vuota”.

Terminata questa spiegazione, il pastore cominciò a raccontare questa storia:
- Un giorno, Satana e Gesù stavano conversando… Satana era appena tornato dal giardino dell’Eden. Era pieno di boria e gonfio di superbia.

“Sai, Signore, ho appena catturato l’intera umanità. Ho usato una trappola che sapevo non avrebbe trovato resistenza. Ho usato un’esca che sapevo ottima. Li ho presi tutti!”
“Cosa farai con loro?”
chiese Gesù.
Rispose Satana:
” Oh, mi divertirò con loro! Gli insegnerò come sposarsi e divorziare, come odiare e farsi male a vicenda, come bere fumare e bestemmiare. Gli insegnerò a fabbricare armi da guerra, fucili e bombe… e ad ammazzarsi fra loro… Mi divertirò un mondo….!”
“E poi? quando avrai finito di giocare con loro, cosa ne farai?”
chiese Gesù.
“Oh, li ucciderò!”
esclamò Satana con superbia.
“Quanto vuoi per loro?”
chiese Gesù.
“Ma va!!! Non la vorrai veramente questa gente. Non sono per niente buoni, sono cattivi. Li prenderai e ti odieranno. Ti sputeranno addosso, ti bestemmieranno e ti uccideranno. No. Non puoi volerli…..”

“QUANTO?”
chiese di nuovo Gesù.
Satana Lo guardò e sogghignando disse:
“Tutto il tuo sangue, tutte le tue lacrime e la tua vita”.
Gesù disse: “AFFARE FATTO!”.

E poi pagò il prezzo.

Nella chiesa il silenzio era assoluto. Il pastore prese la gabbia e, lentamente, lasciò il pulpito.

Le lenzuola sporche.. (◀ clicca per leggere)


Una giovane coppia di sposi novelli andó ad abitare in una zona molto tranquilla della città.

Una mattina, mentre bevevano il caffé, la moglie si accorse, guardando attraverso la finestra, che una vicina stendeva il bucato sullo stendibiancheria.

"Guarda che sporche le lenzuola di quella vicina! Forse ha bisogno di un altro tipo di detersivo... Magari un giorno le farò vedere come si lavano le lenzuola!"

Il marito guardò e rimase zitto.
La stessa scena e lo stesso commento si ripeterono varie volte, mentre la vicina stendeva il suo bucato al sole e al vento. Dopo un mese, la donna si meravigliò nel vedere che la vicina stendeva le sue lenzuola pulitissime, e disse al marito:

"Guarda, la nostra vicina ha imparato a fare il bucato! Chi le avrà fatto vedere come si fa?"

Il marito le rispose:
"Nessuno le ha fatto vedere; semplicemente questa mattina, io mi sono alzato più presto e, mentre tu ti truccavi, ho pulito i vetri della nostra finestra!"

Così è nella vita! Tutto dipende dalla pulizia della finestra attraverso cui osserviamo i fatti.

Prima di criticare, probabilmente sarà necessario osservare se abbiamo pulito a fondo il nostro cuore per poter vedere meglio. Allora vedremo più nitidamente la pulizia del cuore del vicino.

Il vecchio saggio.. Un uomo di 86 anni...


Un uomo di 86 anni, piccolo, molto fiero, vestito e ben rasato, una mattina alle 8.00, con i suoi capelli perfettamente pettinati, trasloca in una casa per persone anziane.
Sua moglie di 78 anni è recentemente deceduta, cosa che lo obbliga a lasciare la sua casa.
Dopo parecchie ore di attesa nella hall della casa per anziani, ci sorride gentilmente quando gli diciamo che la sua camera è pronta. Mentre si reca fino all’ascensore con il suo deambulatore, gli faccio una descrizione della sua piccola camera, includendo il drappo sospeso alla sua finestra come tenda.

“Mi piace molto”, dice con l’entusiasmo di un ragazzino di 8 anni che ha appena ricevuto un nuovo cucciolo.
“Signor Vito, lei non ha ancora visto la camera, aspetti un attimo.”
“Questo non c’entra niente”, dice.
“La felicità è qualcosa che scelgo a priori. Che mi piaccia la mia camera o no, non dipende dai mobili o dalle decorazioni, dipende piuttosto dal modo in cui la percepisco.
Nella mia testa è già deciso che la mia camera mi piace. E’ una decisione che prendo ogni mattina al mio risveglio.”
“Posso scegliere, posso passare la giornata a letto contando le difficoltà che ho con le parti del mio corpo che non funzionano, oppure alzarmi e ringraziare il cielo per quelle che funzionano ancora.”
“Ogni giorno è un regalo e finché potrò aprire i miei occhi, focalizzerò sul nuovo giorno e su tutti i ricordi felici che ho raccolto durante tutta la mia vita.”
“La vecchiaia è come un conto in banca. Prelevi da ciò che hai accumulato.”
Perciò, il mio consiglio per voi, sarebbe di depositare molta felicità nel vostro conto in banca dei ricordi.
Grazie di aver partecipato a riempire il mio conto in banca, dove continuo a depositare.

Ricordate queste semplici regole per essere felici:

1 - Liberate il vostro cuore dall’odio
2 - Liberate la vostra testa dalle preoccupazioni
3 - Vivete con semplicità
4 - Date di più
5 - Aspettatevi di meno
6 - Siate grati

Il pettegolezzo.


Un giorno una donna spettegolava con un amica di un uomo che a malapena conosceva….

Quella notte fece un sogno…, un enorme mano apparve sopra di lei, e le puntò il dito contro,
la donna fu sopraffatta da un opprimente senso di colpa.
Iil giorno seguente andò a parlare col proprio vescovo…al quale raccontò tutto…

“il pettegolezzo è peccato??” chiese al vescovo… “era la mano di Dio onnipotente che puntava il dito contro di me?… mi dica… ho commesso peccato?
“SI”…le rispose il vescovo
“Hai detto falsità sul conto di un tuo simile, hai messo a repentaglio la sua reputazione, dovresti pentirtene dal profondo del tuo cuore…!
Allora, la donna disse di essere pentita, e chiese il perdono…
“Non avere fretta…” disse il Vescovo, “vai a casa tua prima, prendo un bel cuscino e portalo sul tetto. Squarcialo bene con un coltello,e poi ritorna da me…”

Cosi la donna andò a casa, prese un cuscino dal letto, un coltello in cucina, salì sul tetto, salendo dalla scala antincendio e squarciò il guanciale.

Tornò poi dal vescovo, come lui le aveva detto….

“Hai squarciato il cuscino con il coltello?” chiese lui “Si…“
“E il risultato qual è stato?”
“piume”…disse lei
“piume”…fece eco il vescovo
“piume dappertutto…”
“ora voglio che tu torni a casa, a raccogliere tutte le piume volate via con il vento”
“ ma…” rispose la donna…”non è possibile, non so dove siano finite, il vento le ha portate chissà dove…”
“…e questo è…”…disse il vescovo…”IL PETTEGOLEZZO”…

15 settembre: Beata Vergine Maria Addolorata. La Madre di Dio rivelò a..


I SETTE DOLORI di MARIA

La Madre di Dio rivelò a Santa Brigida che, chiunque reciti sette "Ave Maria" al giorno meditando sui suoi dolori e sulle sue lacrime e diffonda questa devozione, godrà dei seguenti benefici:

La pace in famiglia.

L’illuminazione circa i misteri divini.

L'accoglimento e la soddisfazione di tutte le richieste purché siano secondo la volontà di Dio e per la salvezza della sua anima.

La gioia eterna in Gesù e in Maria.

PRIMO DOLORE: La rivelazione di Simeone
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima» (Lc 2, 34-35).

SECONDO DOLORE: La fuga in Egitto
Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto. (Mt 2, 13-14)

TERZO DOLORE: Lo smarrimento di Gesù nel Tempio
Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». (Lc 2, 43-44, 46, 48).

QUARTO DOLORE: L'incontro con Gesù sulla via del Calvario
Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore. (Lm 1, 12). «Gesù vide sua Madre lì presente» (Gv 19, 26).

QUINTO DOLORE: La crocifissione e la morte di Gesù.
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero Lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla Croce; vi era scritto "Gesù il Nazareno, il re del Giudei" (Lc 23,33; Gv 19,19). E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: "Tutto è compiuto!" E, chinato il capo, spirò. (Gv 19,30)

SESTO DOLORE: La deposizione di Gesù tra le braccia di Maria
Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto. (Mc 15, 43, 46-47).

SETTIMO DOLORE: La sepoltura di Gesù e la solitudine di Maria
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Magdàla. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. (Gv 19, 25-27).


PREGHIERA A MARIA ADDOLORATA
Regina dei martiri, che sostenesti i più atroci dolori e compisti nel tuo cuore il più eroico dei sacrifici, io voglio unire le mie pene alle tue.
Vorrei essere vicina a te come san Giovanni e le pie donne per consolarti della perdita del tuo Gesù. Purtroppo riconosco che anch'io con i miei peccati sono stato causa della morte del tuo Figlio diletto.
Ti chiedo perdono, o madre addolorata. Accetta in riparazione l'offerta che io ti faccio di me stesso, e il proposito di volerti sempre amare per l' avvenire.
Metto nelle tue mani tutta la mia vita; fa' che io possa farti amare anche da tante anime che vivono lontane del tuo Cuore materno. Amen.

Sono grata ogni giorno perchè... (Bellissima leggetela)



Sono grata per mio marito che si lamenta, quando la sua cena non è pronta, perché è a casa con me.
Per mia figlia, che si sta lamentando, perché deve lavare i piatti, perché questo significa che è a casa e non per strada.
Per le tasse che pago, perché questo significa che ho un impiego.
Per il caos da pulire dopo una festa, perché questo significa che sono stata circondata da amici.
Per i vestiti che sono stretti, perché questo significa che ho abbastanza da mangiare.
Per la mia ombra che mi guarda lavorare, perché questo significa che sono fuori, al sole.
Per il prato che ha bisogno di essere tagliato, le finestre che hanno bisogno di essere pulite e le grondaie che hanno bisogno di essere aggiustate, perché questo significa che ho una casa.
Per tutte le lamentele che sento sul governo, perché questo significa che abbiamo libertà di parola.
Per il parcheggio che trovo lontano da casa, perché questo significa che posso camminare e che sono stata benedetta con un mezzo di trasporto.
Per la cara bolletta del riscaldamento, perché questo significa che sono al caldo.
Per la donna che si è seduta dietro di me in chiesa, che canta stonata, perché questo significa che posso sentire.
Per il mucchio di vestiti da stirare, perché questo significa che ho vestiti da indossare.
Per la stanchezza e i muscoli che mi fanno male alla fine della giornata, perché questo significa che ho potuto lavorare duramente.
Per la sveglia che suona presto di mattina, perché questo significa che sono in vita.
E finalmente, per questa lettera, perché questo significa che ho amici che stavano pensando a me!

Ogni creatura porta dentro di sé la propria bellezza...


In un tempo lontano, in una bella distesa di grano, nacque un nuovo fiore. Era diverso da tutti gli altri, e le spighe, con il loro dolce ondeggiare cullate dal vento lo guardavano con diffidenza “un estraneo tra noi” dicevano “che sciagura, rovinerà lo splendido panorama che solo noi riusciamo a creare!”, a volte lo prendevano in giro, la spiga Gina diceva: “Ma guardati sei proprio strano, sei troppo giallo, sarai malato?”. E il fiore dal lungo stelo, si sentiva sempre più solo, sempre più triste, e mentre cresceva la sua testa si chinava in basso, per la vergogna di essere diverso.

Le spighe, vedendo che il nuovo arrivato non si difendeva neanche, presero ancora a elogiare le loro qualità una volta raccolte, facendo sentire il nostro fiore ancora più inutile. Dicevano in coro: “con il nostri frutti si fa la farina, con la farina si fanno i biscotti le torte e pure la pastasciutta di cui ogni creatura ne va ghiotta!” e la spighe gemelline gli dicevano: “e tu, dicci un po’, a cosa servi? Secondo noi proprio a niente!” E lo strano fiore si chinava sempre più a guardar la terra!

Ma un giorno passò di lì una donna con il suo bambino, e le spighe eccitate dai complimenti che sapevano avrebbero ricevuto, si sussurrarono l’un l’altra a bassa voce: “coprite il buffo fiore, di modo che non lo possano vedere!”. Ma il bambino curioso notò lo strano fiore tra le spighe di grano, fece avvicinare la sua mamma, e le chiese: “Mamma cos’è questa pianta, a che serve, perché è così china?”.

La donna riuscì a vedere attraverso la sua solitudine e si commosse, versò una lacrima che finì proprio al centro del cuore del giovane fiore, che sentì per la prima volta un’emozione d’amore. “E’ un girasole, il più bel fiore”, disse la mamma, “è nato per caso tra le spighe di grano e non sentendosi accettato ha chinato il capo, forse non sa che i suoi tanti fratelli sono talmente belli e talmente fieri da avere il capo eretto per guardare in faccia il sole.

E poi, piccolo mio, immagina che questa distesa di grano sia un bel piatto di pastasciutta condita da un filo d’olio, il frutto del suo girasole”.

Da allora il girasole alzò il capo per guardare il sole da mattina fino a sera, ma senza rancore per le sorelle spighe, che chiesero perdono per il male causato ma soprattutto capirono che un fiore non è peggiore solo perché diverso, che ogni creatura porta dentro di sé la propria bellezza e lo scopo della propria esistenza, e che invece di canzonarlo per tanto tempo avrebbero semplicemente potuto aiutarlo.

La VITA cos'è? A volte me lo.. (Clicca l'immagine per leggere)


La VITA cos'è? A volte me lo chiedo anch'io... forse il maestro più duro...prima ti segna...poi ti insegna...forse un mutuo da pagare senza fine...di rado ti sorride....e quella volta che sarai FELICE..saranno poche le persone che gioiranno alla tua felicità...troppe gelosie...troppo egoismo...troppa la gente falsa...SUPERFICIALE...credo inoltre che in molti dovrebbero capire che le cose più belle della vita non hanno un prezzo....ma hanno un valore immenso...sono quelle che senti con il cuore...con l'anima. I VALORI... che fine hanno fatto...parola pronunciata da tutti ma messa in pratica da pochi...che tristezza.. Ma la vita comunque va avanti...tra una lacrima e un sorriso...cerchiamo di COGLIERE il meglio che ci offre...allontaniamo chi ci fa del male...e teniamo strette a noi quelle persone che sanno regalarci con un semplice gesto o con una piccola parola una carezza al CUORE.

11 settembre 2001: L'attentato alle torri gemelle, per non dimenticare...(Video)



Per non dimenticare l'11 settembre 2001: una poesia di Mario Luzi che esorta le “gemelle di dominanza” a cercare la pace e ad accantonare l'alterigia.

L’11 settembre 2001 avveniva il ben noto attacco alle Torri Gemelle di New York: oggi, a distanza di tredici anni da quella data noi vogliamo ricordare quanto avvenuto, nella speranza che non debbano più avvenire tragedie simili e che, soprattutto, la pace regni nel mondo. Appello, questo, più che mai sentito in questi giorni in cui i venti di guerra continuano a soffiare, sempre più forti a quanto pare.

Notizie di situazioni drammatiche giungono dai quattro angoli del mondo e confermano che, purtroppo, gli esseri umani non riescono proprio a capire quanto sia preziosa la pacifica convivenza. È incredibile quanto, anno dopo anno, l’umanità appaia sempre più stupida, una stupidità che non ha colore o connotazione geografica o religiosa.

Mario Luzi (1914-2005) ha dedicato una poesia a quel giorno del settembre 2011 e invita tutti – ripetiamo: tutti – a dimettere la propria alterigia e a conseguire, insieme, la pace. Che è delicata come gli steli dei fiori:
"Dimettete la vostra alterigia sorelle di opulenza gemelle di dominanza, cessate di torreggiare nel lutto e nel compianto dopo il crollo e la voragine, dopo lo scempio. Vi ha una fede sanguinosa in un attimo ridotte a niente. Sia umile e dolente, non sia furibondo lo strazio dell’ecatombe. Si sono mescolati in quella frenesia di morte dell’estremo affronto i sangui, l’arabo, l’ebreo, il cristiano, l’indio. E ora vi richiamerà qualcuno ai vostri fasti. Risorgete, risorgete, non più torri, ma steli, gigli di preghiera. Avvenga per desiderio di pace. Di pace vera."

Canone Rai: Renzi cambia tutto, il prelievo avverrà dalla..


bolletta elettrica. Ecco il piano segreto del premier Renzi. Fonti politiche autorevoli e attendibili non hanno dubbi: il canone Rai verrà abolito e sarà sostituito con un prelievo su tutte le utenze elettriche familiari, per un importo complessivo pari alla metà dell’attuale canone. Se una famiglia non ha la tv può autocertificare la circostanza, venendo automaticamente esentata dal pagamento. Ma, ovviamente, saranno approntati dei controlli che si concentreranno proprio sugli “auto-certificatori”. L’entità delle eventuali sanzioni è ancora al vaglio di Renzi e dei suoi, così come ancora tutto da decidere la modalità di pagamento: in un’unica rata o ogni mese? Se davvero Renzi riuscisse nell’impresa di eliminare quasi completamente l’evasione del canone (che oggi non viene pagato da circa il 50% degli italiani) riuscirebbe in un’autentica impresa, dopo che per decenni governi di diverso colore hanno provato senza successo ad arginare il fenomeno. E allora sì che potrebbe concedersi un gelato come premio. (Di Marco Scotti. Fonte: affaritalia.it)

Il nuovo prete della parrocchia.. (Barzelletta)


Il nuovo prete della parrocchia era molto nervoso per la sua prima messa e quasi non riusciva a parlare. Domandò quindi all'Arcivescovo come poteva fare per rilassarsi e questi gli suggerì di mettere un pochino di Tequila nell'acqua della Messa così da sentirsi più sicuro. Così fece.

Dopo averla bevuta si sentì cosi bene che avrebbe potuto fare la predica in mezzo ad una tempesta, così tutto contento disse la sua prima messa.

Però quando tornò in canonica, trovò la seguente lettera dell'Arcivescovo:
"Caro Don Angelo, qualche appunto spicciolo: la prossima volta, metta un po' di Tequila nell'acqua e non viceversa, e non sta bene mettere limone e sale sul bordo del calice.

La manica della tonaca non deve essere usata come tovagliolo. Ci sono 10 comandamenti e non 12.

Ci sono 12 discepoli e non 10. I vizi capitali non sono i peccati degli abitanti di Roma. Non ci si riferisce alla croce come "quella grande T di legno".

Non ci si riferisce a Gesù Cristo e i suoi discepoli come "JC e la sua band".

Non ci si riferisce a Giuda come "quel figlio di *******", e sua madre e suo padre non erano rispettivamente una zoccola e un ricchione. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono "Il Vecchio, Junior e il fantasmino".

La toilette dove ha orinato a metà messa in realtà era il confessionale... e non è bello bestemmiare perché non hanno messo lo sciacquone.

L'iniziativa di chiamare il pubblico a battere le mani è stata lodevole, però ballare la macarena e fare il trenino mi pare esagerato. L'acqua santa serve per benedire e non per rinfrescarsi la nuca sudata. Le Ostie vanno distribuite ai fedeli che si comunicano, non devono essere considerate alla stregua delle patatine come antipastini e accompagnate dal vino santo. Quello sulla croce, anche se con la barba assomiglia a Che Guevara, non era lui ma Nostro Signore Gesù Cristo.

Cerchi di indossare le mutande, e quando ha caldo eviti di rinfrescarsi tirando su la tonaca. I peccatori quando muoiono vanno all'inferno, non "a farsi fottere". La messa deve durare 1 ora circa e non due tempi da 45 minuti, e quello che girava vestito di nero è il sagrestano, non "quel cornuto dell'arbitro". Quello che le stava seduto a fianco ero io, il suo Arcivescovo, non "..una checca in gonna rossa".

La formula finale corretta e' "La Messa è finita, andate in pace" e non "Che mal di testa, andate tutti fuori dai coglioni". Per il resto, mi pare andasse tutto bene”.

Il panino con il prosciutto.. (Barzelletta)


Un finanziere, un poliziotto ed un carabiniere hanno da diversi mesi lo stesso turno allo stesso posto e si trovano a mangiare insieme.

Puntualmente aprono i loro portapranzo e trovano dentro un panino al prosciutto.

Un giorno il finanziere distrutto dalla ripetitività del pasto perde le staffe e dice: "ragazzi, mi sono rotto le palle. Ora apro il portapranzo e se dentro ci trovo un panino al prosciutto mi sparo quanto è vero dio!!" Apre il portapranzo e trova il solito panino, estrae la pistola dalla fondina e si spara un colpo alla tempia.

Gli altri due restano attoniti e dopo qualche secondo di commenti di preoccupazione il poliziotto dice: "senti, il collega ha dimostrato di avere le palle quadrate, ha fatto bene. anzi, anche io se trovo il maledetto panino oggi faccio l'uomo e mi sparo!!"
Anche lui apre il portapranzo, trova il panino al prosciutto e con un urlo disumano si spara.

Il carabiniere rimasto solo riflette un attimo e per senso di solidarietà fa la stessa promessa. Apre il portapranzo, trova il panino al prosciutto, prende la pistola e fa il suo dovere.

Al funerale le vedove in lacrime commentano il gesto.

La vedova del finanziere: "caro, lo potevi dire, hai lasciato 2 figli, siamo in una valle di lacrime... non mi costava nulla prepararti qualcos'altro..."

La vedova del poliziotto: "amore mio ci hai lasciati soli, averlo saputo ti avrei preparato i più buoni manicaretti... ma perché ti sei tenuto tutto dentro...."

La vedova del carabiniere: "tesoro mio, io gli altri due potrei anche capirli.... ma te il pranzo te lo preparavi da solo!!!"

Previsioni meteo, niente di buono, arriva il ciclone..


Elettra. Dai primi di settembre inizia l'autunno, almeno quello meteorologico secondo Antonio Sanò, meteorologo di www.ilmeteo.it. «La sorpresa - dice l'esperto - a livello atmosferico ce la farà il ciclone Elettra che, proprio dall'inizio di settembre, sconvolgerà lo scenario italiano che fino ad allora si trovava sotto il sole dell'anticiclone delle Azzorre».

«Poi Elettra, il ciclone dal Nord Europa si tufferà in Italia - specifica Sanò - richiamando venti di Bora e portando un forte peggioramento prima al nord e successivamente al centro e al sud. Temperature in calo e violenti temporali con possibili nubifragi daranno l'inizio alla stagione autunnale».

«Il vortice ciclonico andrà a spasso per l'Italia per alcuni giorni - avverte Sanò - interessando maggiormente il centro e il sud a suon di temporali e venti impetuosi. Una volta che Elettra si allontanerà dalla Penisola la pressione tenderà nuovamente ad aumentare a partire dal nord e successivamente anche altrove».(fonte: Ilmeteo.it)

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