I lupini, l’anti-diabetico naturale: sono la “carne dei vegetariani”, ricchissimi di proteine...


Bastano pochi grammi al giorno di lupini per ridurre gli zuccheri presenti nel sangue.

È stato definito la ‘carne dei vegetariani’. E con una percentuale del 35-40% e’ il legume in assoluto piu’ ricco di proteine, superando soia, piselli, fagioli e ceci. Il lupino, da tempo oggetto di ricerca in campo nutraceutico, ha numerose proprieta’ terapeutiche. Ma di recente ha anche dimostrato di abbassare la glicemia. Gli studi, in particolare, sono stati condotti in Italia sotto la guida dei gruppi di ricerca dell’Universita’ degli Studi di Milano, coordinati dal professor Marcello Duranti.

“Sono le proteine del lupino a possedere le caratteristiche piu’ importanti- spiega Duranti- una di queste, infatti, la gamma-conglutina, riduce lo zucchero nel sangue se assunta anche in dosi di pochi grammi al giorno”. Tali proprieta’, dunque, rendono il legume un componente ottimo nella dieta di persone diabetiche. “La ricerca- prosegue il professore- e’ stata condotta su ratti resi iperglicemici, nutriti per tre settimane con alimenti derivati dal lupino. Il risultato e’ stato molto soddisfacente: gli effetti concreti di un’alimentazione a base di lupino sono la riduzione dell’incremento del peso corporeo, l’assorbimento del cibo e una riduzione della concentrazione di glucosio nel sangue”. Intanto un altro aspetto interessante e’ dato dal fatto che la farina che si ricava dal lupino e’ totalmente priva di glutine, percio’ non irrita l’intestino ed e’ ideale per chi soffre di celiachia. Questa farina, inoltre, ha “eccellenti proprieta’ nutrizionali, perche’ contiene un alto quantitativo di proteine, paragonabile a quello di carne e uova”.

Il lupino, la cui coltivazione e’ raddoppiata in Italia negli ultimi 20 anni, ha una storia lunga. “Dalla dieta dei soldati romani- spiegano gli esperti- che affrontavano lunghi viaggi portando grandi scorte di lupino per ricavare una pasta da assumere come componente proteica assieme a pane e vino, alle moderne tecniche agricole e produttive, che consentono di non assumere piu’ i semi di lupino trattati e conservati per mezzo di concentrazioni di sale, che aumentano il rischio di pressione alta. Si puo’ invece produrre pane, pasta, ma anche altri prodotti con quantita’ crescenti di proteine di lupino, come i gelati o addirittura delle bistecche ‘milanesi’ dal gusto eccellente”. All’Universita’ degli Studi di Milano, intanto, e’ in corso fino al 26 giugno il XIV Congresso mondiale sulla leguminosa, con delegati provenienti da 30 Paesi del mondo.

Nel corso del Convegno vengono illustrate le principali specie del lupino, di cui e’ stato sequenziato interamente il genoma. “Esistono l’albus (il classico lupino bianco giallognolo dell’area mediterranea), l’angustifolius (che cresce prevalentemente in Australia) e il luteus (che cresce a diverse latitudini)”. Tra queste varieta’, fanno sapere dal convegno, ci sono differenze interessanti: “Alcune sono piu’ ipocolesterolemiche, altre piu’ antidiabetiche, altre possono esercitare effetti diversi, per esempio sulla pressione o anche sull’aumento di peso. Le proteine del lupino possono infatti agire sul sistema del ‘freno ileale’, un meccanismo intestinale di risposta a diverse componenti dietetiche che porta a ridotta contrazione gastrica, ridotto appetito e perdita di peso”. Nel corso del Congresso di Milano, infine, e’ anche previsto un momento dedicato agli assaggi, un ‘lupin banquet’, per degustare gli alimenti ottenuti dal lupino: dalla pasta, all’arrosto vegetale, dal gelato, al caffe’. Il caffe’ in particolare verra’ preparato con modalita’ artigianali dalla comunita’ montana di Anterivo in Trentino. Qui da secoli viene abitualmente consumato il caffe’ di lupino. Sara’ cosi’ possibile fare esperienza della versatilita’ del lupino e dei suoi componenti, come ingredienti di formulazioni diverse, prodotte da numerose aziende nazionali ed estere.
(Fonte: meteoweb)

Airc: ecco come mantenersi in salute senza troppi sacrifici...


Zero sigarette, 5 porzioni di frutta e verdura, 30 minuti di movimento al giorno. Ecco la 'formula' Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) della prevenzione per il tumore, e soprattutto per mantenere un grado di salute invidiabile.

Ormai lo sappiamo bene, l'alimentazione corretta unita ad uno stile di vita che preveda almeno 30 minuti al giorno di movimento, sia corsa, bicicletta, cyclette o pesi, ci aiuta a vivere a lungo e in salute scongiurando molte malattie.

La formula è semplice, mangiate frutta e/o verdura ad ognuno dei tre pasti principali, eliminate i cosiddetti cibi spazzatura (dolci, fritti e grassi saturi) bevete molta acqua (almeno due litri al giorno) eliminate assolutamente il fumo e prendetevi 30 minuti per voi ogni giorno, anche solo per camminare a passo svelto.. Naturalmente potrete di tanto in tanto fae uno strappo a questa regola, ad esempio ogni due settimane potrete mangiare tutto quello che vi pare, dolci, pizza ecc... Fermo restando il fatto che il giorno seguente dovrete ritornare al vostro normale stile di vita.

È tutto qua, non ci sono altri segreti.

Biella 27 gennaio, allontanata dall’ufficio postale perché allattava al seno. A suo...


A Biella una donna è stata allontanata da un ufficio postale solamente perché stava allattando al seno. A suo figlio di 3 mesi era venuta fame e la mamma ha pensato, come è normale che sia, di dargli da mangiare. La donna, allattando al seno, ha iniziato la poppata mentre era in fila aspettando il suo turno. È accaduto questa mattina a Francesca Castelli che si era recata alla posta per svolgere delle commissioni. La giovane mamma aveva portato con sé il suo piccolo Elia.

“Non si può allattare al seno”
«Ho compiuto quello che per me è un gesto del tutto naturale. Il più naturale del mondo. Mio figlio aveva fame e io, dopo essermi messa in un angolo dell’ufficio postale, gli ho dato il seno. Per sfamarlo» ha dichiarato la donna. Proprio mentre la giovane mamma mentre allattava il suo piccolo è stata fermata.

Francesca ha allora chiesto se ci fosse un bagno dove potersi mettere. La donna allo sportello ha però chiamato la direttrice che ha detto chiaramente alla mamma che quello non era “un posto per loro”. La direttrice ha poi fatto paragoni poco consoni alla situazione, dicendo ad esempio che loro hanno l’obbligo di far mettere la museruola al cane. Parole che hanno stupito e ferito la mamma di Elia.

Secondo la direttrice della posta non si può allattare al seno, ma solamente al biberon in un luogo pubblico. In Italia non esiste però nessuna legge che vieti ad una madre di allattare in luoghi pubblici. Proprio per questo la ragazza ha scelto di denunciare il fatto su facebook. Molti sono stati i messaggi di sostegno. Le altre donne e mamme hanno dato a Francesca il loro appoggio e hanno proposto di organizzare un flash-mob nell’ufficio postale di Biella.

Anche il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia ha espresso il proprio parere in merito. Il ministro ha sostenuto la mamma, dandole piena ragione. “In alcun luogo dovrebbe essere vietato l’allattamento” ha scritto la Madia. (Autore: Josephine Carinci)

Segni zodiacali, chi sono i più buoni, i più astuti e i più diabolici..


I segni astrologici svelano spesso molto segreti su una persona. Dal suo carattere al comportamento passando per le preferenze, ci offrono la possibilità di imparare molto sulla gente. Ma per quanto riguarda il livello di cattiveria? Una classifica realizzata dal sito wepostmag ci ha divertito molto. Quest’ultimo stabilisce l’ordine dei segni dal più gentile al più cattivo secondo le qualità e i difetti di ognuno. Ecco la classifica, da prendere con leggerezza ovviamente.

12. Acquario (20 gennaio; 19 febbraio)
Avete vinto! Siete il segno più gentile. Odiate gli scontri e alzare la voce. Ma se vi provochiamo non vi lasciate mettere sotto. Quello che vi definisce? Siete sempre positivi e all’ascolto degli altri.

11. Vergine (23 agosto; 22 sepsettembre)
Siete quasi i più gentili. Il vostro buon umore e il vostro rispetto per gli altri giustificano questa posizione in classifica. Invece, siete abbastanza permalosi quando la gente diventa troppo curiosa della vostra vita privata. Di fronte a questa situazione potete diventare più cattivi, in modo da far capire ai vostri “nemici” che non devono provocare, senza però litigare.

10. Bilancia (23 settembre; 22 ottobre)
Il vostro segno vi definisce come una persona molto rilassata, calma, amichevole e tranquilla. Invece, dietro queste qualità si nasconde una parte più oscura. Per esempio, all’occasione vi capita di chiudervi in voi stessi e diventare freddi.

9. Sagittario (23 novembre; 21 dicembre)
Avete il sangue caldo e un niente può farvi incazzare! Una volta che partite, non c’è molto che possa calmarvi. Ma non siete una persona che tiene rancore, e dimenticate facilmente. Due grandi qualità.

8. Toro (20 aprile; 21 maggio)
Particolarmente testardi, ostinati e immobili nelle vostre idee, il vostro talento è la provocazione. Non esitate ad utilizzare questo dono per arrivare ai vostri fini. Eppure in fondo non siete cattivi. Ma non sopportate la contraddizione. Spesso pretendete delle scuse anche se avete torto.

7. Ariete (21 marzo; 19 aprile)
Non siete spesso arrabbiati, ma quando succede meglio non essere nei dintorni. Quando qualcosa vi dà fastidio non avete limiti. In generale non vi rendete neanche conto che le vostre azioni e le vostre parole possono far male. Quando vi calmate vi pentite di quel che avete fatto o detto, perché avete un fondo buono.

6. Leone (22 luglio; 22 agosto)
Secondo l’umore e la situazione, siete o gentili o cattivi. Questo spiega la vostra posizione in classifica. In generale, odiate che le persone siano in disaccordo con voi. Volete mostrare la direzione da prendere e siete autoritari. Per una litigata potete cancellare una persone della vostra vita da un giorno all’altro.

5. Gemelli (21 maggio; 21 giugno)
Eh si, purtroppo siete nella top 5. Con i vostri cari siete dolci e teneri ma quando qualcosa non va, siete molto sulla difensiva e avete l’impressione che la gente vi tratti male, che vi vogliano nuocere. Risultato, siete insopportabili. Con voi è tutto nero o bianco, e quando è nero puo’ causare casini.

4. Capricorno (22 dicembre; 19 gennaio)
Se siete cosi mal classificati, è per il vostro lato orgoglioso. Quando qualcosa non vi conviene, diventate cattivi senza pietà. Un attitudine odiosa che giustifica tranquillamente questa posizione in classifica.

3. Pesci (20 febbraio; 20 marzo)
Avete quello che si chiama un carattere di merda. A tal punto che alcuni amici pensano che siete bipolari. In realtà siete imprevedibili ma non nel senso buono. Sorprendete spresso per l’estrema cattiveria e siete capaci pochi momenti dopo di dolcezza e gentilezza. In più provate rancore e potete far vivere un inferno a quelli che si mettono sul vostro cammino.

2. Cancro (21 giugno; 22 luglio)
Una volta feriti, vi trasformate in bestie tossiche e potete andare molto lontano nelle vostre azioni e parole. Una delle vostra specialità è la vendetta. Il vostro lato oscuro vi consente di mettere in atto le peggiori idee immaginabili. Siete crudeli e avete spaventato più di una persona.

1. Scorpione (23 ottobre; 22 novembre)
Primi, bravi. O no. Siete sicuramente il segno più cattivo che ci sia. Umanamente siete vicini allo zero, il vostro egoismo, cinismo e le vostre idee negative vi dominano incontrastate. Quando siete arrabbiati meglio starvi alla larga. Siete selvaggi che si calmano solo raramente e non ve ne frega niente della gente intorno a voi. Peggio ancora, la parola “scusa” non fa parte del vostro vocabolario. Congratulazioni.

La forma delle feci, insieme al colore e alla consistenza, può rivelare lo stato di salute del nostro corpo. Ecco la guida per...


La forma delle feci, insieme al colore e alla consistenza, può rivelare lo stato di salute del nostro corpo. Ecco la guida per riconoscere le forme "giuste".

Da qualche tempo esiste una classificazione scientifica che risponde ai dubbi dell’uomo comune sul fatto che la sua produzione di feci sia in regola. Si chiama Scala di Bristol ed è stata messa a punto soprattutto per evitare a medici e infermieri di dover interpretare le fantasiose descrizioni dei pazienti.
Il range di “normalità” previsto dalla Scala è piuttosto ampio: solo gli estremi meritano una riflessione, mentre i tipi ideali sono i livelli intermedi. Ma non è solo la forma a fare la differenza. Conta il colore, il fatto che galleggi (eh, non ci avreste mai fatto caso?) e in certi casi anche l'odore.

1 - stipsi severa
La forma è a grumi duri e separati, come quella delle capre.

2 - stipsi lieve
La forma è a grumi uniti a forma di salsiccia.
Fra le anomalie da segnalare al proprio medico c'è l’eventuale presenza di sangue (sintomo di emorroidi o polipi, per esempio).

3 - feci quasi normali
Sono a forma di salame con crepe. Segnalano comunque la necessità di una maggiore idratazione dell’organismo.

4 - feci normali
Anche la forma a salsiccia (o serpente), morbida è da considerarsi normale, anzi la "migliore" possibile. Le feci espulse con facilità lasciano la sensazione di pieno svuotamento intestinale.
                                                                                            5 -  Feci con cibo non digerito.                                       Le feci generalmente non includono elementi non digeriti, anche se è possibile ritrovare fisiologicamente nelle feci alcuni tipi di cibo, come ad esempio il mais ed alcuni legumi: ciò non deve preoccupare. Se il fenomeno tende però a ripetersi frequentemente, è bene informare il vostro medico.

6 - Leggera infiammazione
La forma a fiocchi soffici e pastosi, con bordi frastagliati è di solito causata da pasti abbondanti, ricchi di grassi e da un transito intestinale troppo rapido, con insufficiente riassorbimento di liquidi.

7 - infiammazione
Le feci acquose, completamente liquide e prive di pezzi solidi (diarrea) può essere sintomo di infiammazioni intestinali o malattie del pancreas o dell'intestino.

8 - Feci giallastre di cattivo odore
malassorbimeno di grassi dovuto ad un insufficiente funzionamento del pancreas; questo si verifica nelle pancreatiti, cancro del pancreas, fibrosi cistica e celiachia.

9 - Feci con presenza di muco o pus
possono indicare colite ulcerosa, coliti infettive, tumori villosi.

10 - Feci nere, che presentano tracce di sangue scuro
dette feci picee (nere)
in questo caso le feci assumono un colorito nerastro, appaiono untuose con un aspetto catramoso, sono decisamente fetide con un tipico odore molto acido. Potrebbero essere innocue quando si usano integratori alimentari che contengono ferro, in caso contrario potrebbe trattarsi di feci causate da un sanguinamento solitamente lento ma costante nella parte alta del tubo digerente (il colore è determinato dal sangue che ha avuto tutto il tempo per essere digerito).


In ogni caso se le vostre feci appaiono da un po' di tempo come descritte nei paragrafi 7, 8, 9, e 10 è meglio rivolgersi ad un medico. (Fonte: Focus)

Ragazza racconta: "Sono stata con un prete per 2 anni, era un vero predatore sessuale"


Ai microfoni di Radio Cusano Campus si parla di preti e sesso. Claudia racconta la sua storia di due anni circa con un prete e rivela: " Attenzione: le donne dei preti sono molte. Molte più di quanto si possa pensare"

Lo scandalo sessuale in cui è coivolto Don Andrea Contin, il parrocco della comunità di San Lazzaro (Padova) che faceva orge e festini a luci rosse nella canonica, ha riavviato il dibattito sul sacerdozio, sulla castità e sul celibato.

A Radio Cusano Campus hanno raccolto la testimoniaza di Claudia, una ragazza che accusa un prete con cui è stata per due anni di essere un " vero e proprio predatore sessuale".


Il racconto di Claudia sull'ex fidanzato prete
"La mia relazione con questo sacerdote, durata più o meno un anno e mezzo, inizia perché io ero in crisi profonda a causa della fine del mio matrimonio. Ero sprofondata in una depressione da cui non riuscivo ad uscire. Ho conosciuto questo sacerdote, giovane, che all’inizio mi ha aiutato dal punto di vista spirituale e mi è stato molto vicino, nel senso più puro del termine" spiega ai microfoni della trasmissione radiofonica.

Quella purezza iniziale ha lasciato spazio ad altro: "Presto, però, ha cominciato a rivelare un interesse fisico verso di me. Quando andavo a trovarlo nel suo studio ha iniziato a chiedermi degli abbracci, che all’inizio erano fraterni ma che presto sono diventati più profondi e più intimi che poi sono diventati dei veri e propri rapporti sessuali, prima parziali, poi completi".

Il racconto di Claudia è preciso, dettagliato e lucido: "Questo sacerdote in quel momento era un punto di riferimento nella mia vita. Mi chiamava ogni giorno, voleva sapere come stavo, mi consigliava. Io non sono giustificabile, però lui doveva fare la parte della persona presente a se stessa. Io stavo male, ero depressa, ero in fondo a un tunnel. Attraversavo un momento di estrema difficoltà. Avrei dovuto capire che c’era qualcosa che non quadrava dal fatto che lui a letto fosse molto molto abile".

Dagli abbracci, al sesso..
"A letto era una vera e propria bomba. In quel momento non avevo dato peso alla cosa, lui era l’unica persona che mi stava vicino, avrei dovuto chiedermi come facesse un sacerdote ad essere così bravo a letto. Dopo sono venuta a sapere che lui ha avuto numerose storie, con numerose donne, tutte usando le stesse modalità. Lui prendeva donne fragili, in momenti di estrema crisi. Io sono andata anche da un suo superiore a raccontare la nostra storia: il parroco mi ha intimato però di non dire niente a nessuno, perché altrimenti avrei fatto un danno all’intera comunità", haspiegato la ragazza. Non solo, ha anche ammesso che "essere la donna di un prete comporta una grande sofferenza. E’ come stare con un uomo sposato. Lui spesso mi diceva che era di tutti e di nessuno. Per fare sesso spesso veniva a trovarmi a casa mia, spesso andavo nel suo studio. Ci vedevamo due volte a settimana, in lui c’era una clamorosa abilità sessuale. Questa cosa avrebbe dovuto farmi riflettere e farmi capire che un prete ha fatto voto di celibato, non di castità".

La storia però finisce: "Quando ha trovato un’altra preda - rivela Claudia - mi ha lasciando dicendomi che si stava innamorando di me. Lui approfitta della sua posizione per andare a caccia di ragazze in momenti particolarmente difficili e complicati della loro vita. Sono venuta a sapere che ha fatto la stessa cosa anche con una mia amica. L’abito che indossa regala un fascino che è pericoloso se usato nel modo sbagliato. Io ero già con un piede nella fossa, un comportamento del genere avrebbe potuto distruggermi. Se non fossi stata forte come sono, probabilmente mi sarei suicidata. Io avevo trentadue anni, lui ne aveva ventinove. Ora fa ancora il prete. Sempre nella stessa parrocchia. Attenzione: le donne dei preti sono molte. Molte più di quanto si possa pensare". - Fonte: il Giornale.it -

L'Acrilammide sostanza cancerogena, sarebbe presente nelle patate, nel..


L'Acrilammide sostanza cancerogena, sarebbe presente nelle patate, nel caffè e nel pane, rendendo questi alimenti cancerogeni.

Pane, caffè e patatine fritte possono mettere a rischio la nostra salute. In questi tre cibi è presente l’acrilammide è una sostanza presente negli alimenti il cui consumo va tenuto sotto controllo perché è in grado di aumentare il rischio di sviluppare mutazioni genetiche e tumori.

L’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha stilato un rapporto in cui valuta i livelli di acrilammide e di altre sostanze nocive nel cibo. L'odore di pane appena sfornato, ad esempio è dato dalla reazione di Maillard in cui amminoacidi e zuccheri reagiscono ad alte temperature e uno degli effetti di questa reazione è la produzione di acrilammide. La sostanza si produce naturalmente quindi, soprattutto esponendo alcuni cibi ad alte temperature.

L'Efsa ha dichiarato che la dose accettabile, ovvero non dannosa per l'organismo umano di acrilammide è (0,17 x 60)/10.000 = 1 microgrammo al giorno di acrilammide: si tratta di un valore che possiamo trovare in 1 g di patate chips, 3 g di patate fritte o al forno, 4 g di biscotti e 3 g di Plasmon Primi Mesi. Dopo la scoperta della sostanza cancerogena le industrie alimentari si sono adoperate per ridurne il più possibile le quantità nei cibi, ma restano dei prodotti ancora a rischio ad esempio i i sostituti del caffè (orzo, cicoria…).

Ovviamente il pericolo è anche se si cucinano o lavorano le materie prime in casa, per questo L'Efsa ha rilasciato dei consigli con tutti gli accorgmenti necessari per ridurre al miinmo il livello di acrilammide nei cibi.

Patate
1. Conservarle a temperatura ambiente superiore a 8°C. A temperature inferiori sviluppano più zuccheri riducenti.
2. Prediligerle appena raccolte. Le patate si raccolgono tutto l’anno ma soprattutto durante i mesi estivi. Durante lo stoccaggio, nei mesi successivi alla raccolta si sviluppano più zuccheri riducenti.
3. Scegliere le varietà che contengono poca asparagina e/o zuccheri riducenti come gria, Jelli e Spunta.
4. Tagliarle in modo uniforme scartando eventuali residui e pezzi troppo piccoli che durante la cottura potrebbero scurirsi più facilmente.
5. Sbollentarle per 6-8 minuti in acqua e aceto prima di friggerle o cuocerle al forno (14 g di aceto per ogni litro di acqua di cottura). L’ambiente acido rallenta la formazione di acrilammide.
6. Per friggerle aggiungere 1g di estratto di rosmarino in 1 litro di olio.
7. Per le patate al forno i riferimenti consigliati sono : 150-160°C per 30-40 minuti, meglio se con un 25% di vapore.
– Usare la carta forno per evitare che si brucino a contatto con la teglia.
– Disporle ben stese sulla teglia in modo che cuociano in modo omogeneo.
Seguendo queste indicazioni si riduce la formazione di acrilammide e si ottengono patate dorate e croccanti.
8. Controllare sempre il colore durante la cottura, queste devono risultare dorate e non marroncine.
9. Mettere in ammollo le patate con estratto di tè verde per 1 minuto prima di cuocerle al forno o friggerle (1 g di estratto per litro di acqua): l’acrilammide si riduce del 62%.

Cereali, pane, pizza, dolci
1. La farina di segale e quelle integrali producono maggiori quantità di acrilammide. È preferibile utilizzare farine raffinate addizionate con altre fibre, come ad esempio la fibra di bambù o l’inulina (reperibili in erboristeria o farmacia), in questo modo si riduce la formazione di acrilammide senza rinunciare alla fibra che rappresenta pur sempre un importante nutriente per la salute. Se si preferiscono i prodotti integrali il colore deve essere appena dorato.
2. Prediligere una lievitazione più lunga, i lieviti si nutrono degli zuccheri che si formano in seguito alla scissione dell’amido della farina. In questo modo diminuisce la quantità di zuccheri riducenti responsabili della formazione di acrilammide.
3. Quando si prepara una panatura aggiungere un 3% di foglie di tè verde al pangrattato: l’acrilammide diminuisce del 50% circa.
4. Prediligere cotture più lunghe ma a temperatura più basse. L’acrilammide si forma più velocemente a temperature superiori a 180°C.
5. L’aggiunta alla farina di segale e di grano saraceno di un 2% di noce moscata, finocchio, anice e chiodi di garofano riduce la formazione del 20% circa.
6. Controllare sempre che il colore degli alimenti sia dorato e non marroncino. - Fonte: CorriereAdriatico.it -

Terremoto centro italia: perché ancora non sono stati utilizzati i soldi degli sms solidali...


Gli sms solidali hanno raccolto finora per il terremoto in Centro Italia ben 28 milioni di euro: è una forma di aiuto che qualsiasi cittadino può fare indirizzando 2 euro per ogni messaggio ai terremotati. La polemica montata sui social e sollevata dai 5 stelle riguarda la destinazione di tale somma, su dove vanno a finire i soldi donati al 45500: pare che i 28 milioni di euro donati dagli italiani per i terremotati di Marche, Lazio e Abruzzo siano ancora fermi nel conto aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato. La questione è stata sollevata dal M5S, che si è fatta portavoce della forte polemica di alcuni cittadini sui social: l’accusa mossa al governo è di aver congelato i fondi per i terremotati raccolti dalla Protezione civile invece di utilizzarli subito per fronteggiare l’emergenza.
Hanno chiesto in Aula che i soldi raccolti tramite le donazioni al numero 45500 vengano messi subito a disposizione delle popolazioni colpite dai terremoti.

Ma come funziona il sistema dell’sms solidale che già abbiamo conosciuto per gli alti sisma come quello in Emilia e all’Aquila? Il sistema è semplice: basta inviare dai cellulari un messaggio vuoto al 45500 o chiamare dal telefono fisso lo stesso numero. Si donano così 2 euro. Questo in virtù dell’accordo tra operatori telefonici come per esempio Tim, Vodafone che una volta raccolti i fondi li trasferiranno gratuitamente su un conto infruttifero aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato in favore della Protezione Civile. Questa, a sua volta, passa tale soldi alle Regioni. La modalità è sempre la stessa e si attiva in caso di disastri naturali, come è stato il terremoto dell’Aquila del 2009, quello dell’Emilia del 2012, o nel caso dell’alluvione che colpì la Sardegna nel 2012. In questo ultimo caso fu attivato dalla Croce Rossa.

A cosa servono le somme raccolta dagli sms solidali.
Le somme servono a finanziare gli interventi di ricostruzione nei territori. Quindi è esclusa ogni utilizzazione per scopi emergenziali. Un Comitato di garanti valuterà quali sono i progetti a cui destinare il denaro, in accordo con i Comuni interessati. Un esempio: per il terremoto in Emilia vennero raccolti più di 14 milioni di euro e la regione Emilia-Romagna finanziò 32 progetti di ricostruzione di edifici religiosi e beni culturali, municipi ed edifici pubblici, strutture scolastiche e socio-assistenziali. La raccolta dei fondi con sms solidale si chiuderà a meno di proroghe il 29 gennaio. Al momento risultano raccolti circa 28 milioni di euro, ma fin quando la raccolta non è terminata non si può decidere quali progetti finanziare. Come ricorda la ministra dei Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, prima si deve predisporre un’analisi dei danni nelle singole regioni e poi si sottopone a un comitato di garanti, che deve verificare il rispetto delle norme nell’utilizzo dei fondi. Insomma, i soldi ci sono, ma non sono disponibili.
“Una procedura incredibilmente lenta che stride rispetto all’emergenza – spiega la deputata Laura Castelli – il paradosso è che la solidarietà resta ostaggio della burocrazia”.
Il problema è che il tempo è fondamentale. Mentre aspettiamo la chiusura ufficiale, il conteggio e la presentazione dei progetti, la gente è al freddo, è in sistemazioni provvisorie e si temono nuove scosse. Il tempo scorre lento per queste persone, che intanto vedono le loro case sommerse dalla neve con il terrore che una valanga possa spazzare via tutto come ha fatto con l’Hotel Rigopiano. Questi soldi servono per ricostruire case, scuole, per salvare allevamenti . L’importante è farli arrivare presto a chi sono destinati.

GUARDATE IL VIDEO:

Il 27 gennaio Giornata della Memoria. Ecco la storia...


Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria, l’occasione per ricordare l’indicibile tragedia dell’Olocausto.

Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche della 60ª Armata del "1º Fronte ucraino" del maresciallo Ivan Konev arrivarono per prime presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz), scoprendo il vicino campo di concentramento di Auschwitz e liberandone i superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista.

Ad Auschwitz, circa 10-15 giorni prima, i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con loro, in una marcia della morte, tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante la marcia stessa.

L'apertura dei cancelli di Auschwitz mostrò al mondo intero non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati in quel lager nazista.

In realtà i sovietici erano già arrivati precedentemente a liberare dei campi come quello di Chełmno e quello di Bełżec ma questi, essendo di sterminio e non di concentramento, erano vere e proprie fabbriche di morte dove i deportati venivano immediatamente gasati, salvando solo poche unità speciali.

La data del 27 gennaio in ricordo della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico, è indicata quale data ufficiale agli stati membri dell'ONU, in seguito alla risoluzione 60/7 del 1º novembre 2005.

Il Giorno della Memoria in Italia
L'Italia ha formalmente istituito la giornata commemorativa, nel medesimo giorno, alcuni anni prima della corrispondente risoluzione delle Nazioni Unite: essa ricorda le vittime dell'Olocausto e delle leggi razziali e coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati ebrei, nonché tutti i deportati militari e politici italiani nella Germania nazista.

Prima di arrivare a definire il disegno di legge, si era a lungo discusso su quale dovesse essere considerata la data simbolica di riferimento: si trattava di decidere su quali eventi fondare la riflessione pubblica sulla memoria. Erano emerse in particolare due opzioni alternative. Il deputato Furio Colombo aveva proposto il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943 oltre mille ebrei furono catturati e deportati dall'Italia ad Auschwitz): questa ricorrenza avrebbe permesso di focalizzare l'attenzione sulle deportazioni razziali e di sottolineare le responsabilità anche italiane nello sterminio. Dall'altra parte vi era chi sosteneva (in particolare l'Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti) che la data prescelta dovesse essere il 5 maggio, anniversario della liberazione di Mauthausen, per sottolineare la centralità della storia dell'antifascismo e delle deportazioni politiche in Italia. Infine, anche in ragione della portata evocativa che Auschwitz – oramai simbolo universale delle tragedia ebraica durante la seconda guerra mondiale – da anni rappresenta per tutta l'Europa, si è optato per adottare il giorno della sua liberazione, avvenuta il 27 gennaio.

Gli articoli 1 e 2 della legge n. 211 del 20 luglio 2000 definiscono così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria:
« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

Continua il sesso in canonica, anche il prete assistente spirituale di Belen...


PADOVA. Venerdì 20 gennaio: - La confessione di don Andrea Contin, l'ex parroco della chiesa di San Lazzaro a Padova, ai carabinieri è stata immediata: «Dichiaro di avere conosciuto in parrocchia cinque donne, con le quali, dopo una lunga conoscenza, ho avuto una relazione sentimentale sfociata in rapporti sessuali». Poi ha raccontato delle orge in parrocchia anche con uomini di colore e dei viaggi con le amanti anche nel villaggio per scambisti di Cap d'Adge in Francia. Ma l'elenco delle amanti è più lungo, i carabinieri ne hanno interrogate già 18. E anche il numero delle donne dell'amico sacerdote, don Roberto Cavazzana, l'assistente spirituale di Belen, è in doppia cifra. E alcune erano in comune. - Fonte: IlMessaggero.it -

Nove cose che tua madre ti tiene nascoste. Questo ti farà piangere!


Loro ci mettono al mondo e da questo momento il loro unico pensiero è il nostro benessere. Se abbiamo abbastanza da mangiare, se indossiamo abiti caldi, se siamo puliti e ordinati, se abbiamo messo in ordine la camera, rifatto il letto… Le nostre madri sono sempre lì per noi. Sembra quasi ovvio che non abbiano altro interesse a cuore che la nostra felicità. Molte volte, però, dimentichiamo che anche le mamme sono persone, animate da desideri propri e con una propria vita, e che spesso si mettono al secondo posto perché il loro amore per i figli è più grande e perché si preoccupano più per loro che per se stesse. É arrivato il momento di svelare tutti i segreti che ciascuna mamma porta con sé, ogni giorno, pensando ai propri figli.

1. Tu sei il motivo per cui ha pianto tanto. Ha pianto dalla gioia, appena ha saputo che era incinta. Ha pianto dalla felicità quando finalmente ti ha tenuto tra le mani. Ha pianto di preoccupazione quando le cose non andavano bene e di orgoglio per ogni nuovo passo che hai fatto sul cammino della vita.

2. Anche lei vuole l’ultima fetta. Ma, naturalmente, ti dice che è piena quando si accorge che tu vuoi ancora mangiare. Per amore puro nei tuoi confronti, la cede. E non si limita a darti l’ultima fetta di torta, ma molto di più nella vita in generale.

3. É sempre preoccupata per te. Anche prima che tu nascessi, ha fatto di tutto per preservarti dalle cose brutte. Quando rimanevi fuori fino a tardi, ti ha aspettato. Non per disturbarti, ma per assicurarsi che tu stessi bene. Non importa se sta male o se ha il cuore infranto. Lei sarà sempre al tuo fianco. Sempre.

4. Ha sofferto. Di tanto in tanto. La tua nascita ha rappresentato il dolore fisico più grande che una persona possa percepire. E anche i 9 mesi prima sono stati tutt’altro che facili. In seguito l’hai mordicchiata mentre ti allattava, le hai tirato i capelli, dato calci. Ma è sufficiente un tuo sorriso per farle dimenticare ogni cosa.

5. Lei non è perfetta. Forse le sue attenzioni alle volte ti danno ai nervi. Forse non ha fatto tutto bene come tu ti aspettavi. Ma cerca sempre di fare del suo meglio ed è sicuramente la maggior critica di se stessa.

6. Le piace guardarti. Per lei è incredibilmente difficile volgere lo sguardo altrove. Dopo che finalmente ti sei addormentato in una notte insonne, e poi svegliato di nuovo con un sorriso, in quella notte le si è scaldato tremendamente il cuore.

7. Quando hai pianto, le è crollato il mondo addosso. Ogni tuo singhiozzo è una pugnalata al cuore. Per lei non c’è niente di più importante che confortarti e renderti felice.

8. Lasciarti andare via è una perdita terribile. Lei sa fin dall’inizio che la tua vita sarà fatta di piccoli passi. Ogni passo è difficile per lei; si tratti del tuo primo amore o del primo appartamento in affitto. Quello che a te sembra un breve momento, per lei dura un’eternità. Ecco perché è così difficile.

9. Farebbe tutto di nuovo. Nonostante tutto il dolore e ciò che ha perso, l’amore e la gioia che nutre nei tuoi confronti sono sempre più grandi e importanti. Questo è il motivo per cui farebbe di nuovo tutto da capo. Perché lei ti ama. Quando vedi tua madre, dille quanto la ami. Oppure ringraziala. Questo le farà toccare il cielo con un dito. A volte è bene ricordarsi di tutto ciò che le madri fanno per noi e di quanto ci hanno aiutato nel cammino della vita affinché potessimo crescere e maturare. Condividi questi pensieri sulla persona migliore del mondo. (Fonte: Web)

2017: taglio sulle pensioni da gennaio, ecco quanto si perde...


Pensioni 2017: è in arrivo a gennaio un taglio alle pensioni che, seppur lieve, farà calare l’assegno pensionistico di tutti i pensionati in Italia. Si tratta del conguaglio negativo del 2017 calcolato sullo 0,1% dell’importo riconosciuto di diritto e pertanto i pensionati faranno bene a prender carta e penna e calcolare di quanto diminuirà la loro pensione per il prossimo anno.

Il conguaglio negativo sugli assegni pensionistici riguarda gli importi erogati ai pensionati nel 2015; un conguaglio una tantum che servirà a rimborsare quanto erogato erroneamente nei confronti dei pensionati negli anni passati.

Ma qual è il motivo del taglio alle pensioni nel 2017 e di quanto diminuiranno gli assegni? Causa della novità che non può certo far felici i pensionati è il conguaglio negativo dovuto all’inflazione. Per il prossimo anno dovrà essere recuperato lo 0,1% dell’importo erogato negli scorsi anni nei confronti dei pensionati a seguito della rivalutazione degli assegni pensionistici e più nello specifico, dovranno essere erogati gli importi eccessivi relativi al 2015.

Di quanto saranno tagliate le pensioni del 2017 e quanto perderanno i pensionati? Ecco dettagli, esempi e simulazioni dell’amara novità per i pensionati in arrivo a gennaio 2017.
Pensioni 2017: da gennaio tagli sull’assegno. Ecco perché e quanto si perde

Il conguaglio negativo sulle pensioni nel 2017 comporterà il taglio dell’assegno pensionistico dello 0,1% relativo agli assegni erogati nel 2015. La decisione di tagliare l’assegno pensionistico nei confronti della totalità dei pensionati è stata stabilita dopo il congelamento del recupero stabilito con la Legge di Stabilità 2014 quando, per effetto dell’inflazione, la rivalutazione dell’assegno pensionistico era già stata calcolata in negativo.

Nel 2017 non sono previsti rinvii e, pertanto, per i pensionati non sono in arrivo notizie positive. Il taglio ci sarà ma la consolazione è che l’importo non scenderà di molto.

Il calcolo di quanto si perderà a causa del conguaglio negativo dovrà essere effettuato sulla base del proprio importo di pensione 2017. L’unica certezza è che, oltre alla diminuzione a causa del conguaglio negativo, per il 2017 le pensioni saranno bloccate e non ci saranno rivalutazioni sull’assegno pensionistico.

A causa dell’indice di inflazione a zero, non subiranno modifiche gli importi del trattamento minimo, fissato a 501,89 nel 2017 e tanto meno per l’assegno sociale, che resterà pari a 448,06 euro al mese.

Ma quanto perderanno i pensionati? Ecco cosa comporterà il conguaglio dello 0,1% sulle pensioni e di quanto diminuiranno a gennaio 2017.
Pensioni 2017, da gennaio tagli sull’assegno: ecco quanto si perde

Il taglio della pensione a gennaio 2017 dovrà essere calcolato nella misura dello 0,1% del proprio assegno pensionistico. Gli effetti dell’inflazione e la rivalutazione a zero comporterà l’inevitabile diminuzione dell’assegno pensionistico ma, a consolare i pensionati, è la notizia che si tratterà di un importo esiguo.

Per quel che riguarda la platea di pensionati con pensione lorda di 1.400 euro, ovvero un’ampia fetta della popolazione, la perdita che si registrerà a partire da gennaio 2017 sarà in totale di 18,60 euro all’anno, compresa la tredicesima mensilità erogata nel mese di dicembre.

Discorso diverso per le pensioni di importo maggiore: la perequazione è calcolata al pieno per le pensioni fino a 3 volte l’importo dell’assegno minimo, al 95% per quelle da 3 a quattro volte, al 75% per quelle da quattro a cinque volte, al 50% da cinque a sei volte il minimo e al 45% per quelli superiori a 6 volte il trattamento minimo.

In sostanza, per i pensionati con assegni compresi tra 1.400 euro e fino a 3.000 euro la perdita sarà compresa tra 18 e 20 euro in totale; per le pensioni più alte, ovvero su un assegno medio di 3.000 euro, il taglio sarà dello 0,095% ovvero di 37,05 euro.

L’importo è, in sostanza, proporzionalmente diminuito sulla base dell’ammontare dell’assegno pensionistico, con un taglio inferiore per quel che riguarda le pensioni di importo maggiore.

Discorso diverso, invece, per le pensioni d’oro, ovvero quelle superiori al trattamento minimo di 14, 20 e 30 volte. Non si applicherà il contributo di solidarietà rispettivamente del 6%, del 12% e del 18% e pertanto gli assegni aumenteranno, tornando all’importo pieno.

Oggi è il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno: ecco perché...


Oggi è il Blue Monday, ovvero il giorno più triste dell’anno, che cade ogni terzo lunedì di gennaio.

Nel Regno Unito la “ricorrenza” viene presa molto sul serio, tanto che è stato calcolato che in questa giornata aumenta il numero di assenze dal lavoro.

A calcolare la data “critica” è stato Cliff Arnall, uno psicologo dell’Università di Cardiff, che tramite una complicata equazione (che considera numerose variabili tra cui il meteo, i sensi di colpa per i soldi spesi per i regali di Natale, il calo di motivazione dopo le Feste) è riuscito a stabilire che questo è proprio il giorno più triste dell’anno. C’è da dire però che l’università ha da tempo preso le distanze da Arnall, e nel corso degli anni è emerso come la formula originale fosse stata elaborata dall’agenzia di pubbliche relazioni londinese Porter Novelli: era l’inizio del 2005 quando la compagnia di viaggi Sky Travel decise di promuovere un’iniziativa per convincere i propri clienti che la loro eventuale tristezza aveva un fondamento scientifico, e che per questo la si poteva combattere con una bella vacanza.

Già gennaio è da molti considerato come il mese più faticoso dell’anno, ma il terzo lunedì del mese la situazione peggiora, spiegava Arnall. A contribuire sarebbero una serie di influssi negativi: il tempo uggioso e il freddo, il fatto che Natale sia ormai solo un ricordo e la consapevolezza che i buoni propositi del nuovo anno sono, come sempre, una chimera. Inoltre stanno arrivando i conti delle ‘spese allegre’ di Natale e l’estate appare ancora lontana. Arnall aveva codificato tutto in una formula e messo tutto insieme: meteo, debiti (la differenza tra debito accumulato e la nostra capacità di pagare), giorni che ci separano dal Natale, giorni in cui già abbiamo ‘saltato’ i buoni propositi di Capodanno, livello di motivazione. Il risultato è un senso di fallimento e di assoluta sfiducia nel superare gli eventi; a ciò si aggiunga il fatto che è pure lunedì, ovvero l’inizio della settimana lavorativa. Come superare tutto ciò? Arnall consigliava per esempio di guardare un film divertente, chiamare gli amici e mangiare insieme, magari contattando persone non frequentate da mesi o anni.
Gli psichiatri in questo particolare giorno invitano a vivere anche la tristezza come un’emozione in qualche modo da rivalutare. ”Si gioca sicuramente sul giorno di questa particolare ‘ricorrenza’, infatti cadendo di lunedì le persone sono evidentemente di umore peggiore. Forse diverso sarebbe l’atteggiamento se il Blue Monday si celebrasse di sabato o domenica,” dichiara il presidente della Società italiana di psichiatria (Sip) Claudio Mencacci. ”Anche la tristezza è un’emozione, dunque viviamola come tale e questa giornata, in un certo senso, la rivaluta”. Cosa ben differente, ”è parlare di depressione, che è una vera patologia per la cui cura si fa ancora troppo poco. Di depressione bisogna parlare di più, mettendo in campo misure mirate”.

Cane che chiede scusa. Che tenero.. (Video)

Bimbo che piange, ma arriva il gatto a prendersene cura.. (Video)

Incredibile: un uomo affetto da malattia rara cambia aspetto e...



Bangladesh: Abul Bajandar affetto da una malattia rara che lo fa diventare "l'uomo albero": Dopo Un Anno Il Suo Aspetto Cambia..

Avere delle verruche è una cosa abbastanza comune, ma la situazione di Abul Bajandar è drammatica. Per anni l’uomo ha sofferto di verruche su tutto il corpo, le sue mani hanno assunto l’aspetto della corteccia di un albero.
Abul soffre di una malattia rara, la quale prende il nome di Epidermodysplasia Verruciformisa, la quale è causata da un difetto nel sistema immunitario.


L’uomo proviene da un piccolo villaggio del Bangladesh, la sua prima verruca è comparsa quando aveva 10 anni. In seguito non è stato in grado di utilizzare le mani a causa delle verruche che ricoprivano la superficie. Veniva chiamato in tutto il mondo “l’uomo albero”.

Le sue mani ed anche i piedi erano diventate dei veri e propri rami di legno, per fortuna ha conosciuto un medico che lo ha aiutato ad eliminare le verruche. Abul Bajandar, per la sua rara patologia, è rimasto tre ore e mezza sotto ai ferri con un team di nove chirurghi ma, dicono, "è andato tutto bene". A dare notizia dell'intervento compiuto in un ospedale di Dacca è l'ABC News. I medici hanno rimosso parte delle escrescenze del peso di più di 5 chili con cui il 26enne ha convissuto per gli ultimi dieci anni. "Per ora abbiamo tolto quelle delle mani" ha detto il direttore sanitario Samantha Lal Sen. "Dovremo aspettare a vedere come reagisce, poi, decideremo se procedere con quelle dei piedi". Il giovane di Khulna è affetto da da Epidermodysplasia Verruciformisa, una malattia molto rara, caratterizzata da un'infezione cronica, dovuta al papilloma virus, con la formazione disseminata di squame ed escrescenze sugli arti, che sembrano ricoperti della stessa corteccia degli alberi. L'intervento è stato pagato dal governo del Bangladesh. Sottoponendosi a 16 operazioni, l’uomo ha riacquistato l’uso delle mani.

Dopo un solo anno di operazioni, il sogno di vivere la vita come una persona normale è finalmente diventato realtà. Adesso l’uomo può abbracciare nuovamente sua figlia.
Fonte: AKadnkronos.

Il bambino rifiutato da tutti va a vivere dalla nonna. Ciò che fa per ringraziarla è incredibile!..


Questa storia venne pubblicata diverso tempo fa su Facebook, ma di recente ha riacquisito popolarità tra gli utenti. Non è difficile capire il perché: non è solo una storia meravigliosa, ma ci ricorda qualcosa che spesso dimentichiamo. Ossia che dovremmo apprezzare le piccole cose della vita.

Quando abbiamo letto questa bellissima storia, non ce la siamo sentita di non pubblicarla: era troppo bella. Il post parla di un ragazzo rifiutato da entrambi i genitori, ma con un atteggiamento verso la vita che può essere d’insegnamento a tutti noi!

“Per un certo periodo, ogni domenica, una persona mi donava un fiore che io mettevo puntualmente all’occhiello della giacca. Ricevevo il fiore tutte le domeniche, quindi iniziai a darlo per scontato. Era un bel gesto, che apprezzavo, ma faceva anche parte della mia routine. Una domenica, tuttavia, accadde qualcosa di molto speciale.

Stavo uscendo dalla chiesa quando un ragazzino si avvicinò a me e disse: “Signore, che cosa farà col suo fiore?”

All’inizio non capii a cosa si riferisse, ma poi mi ricordai del fiore. “Intendi questo?” risposi indicando il fiore sulla mia giacca.

“Sì” rispose. “Vorrei sapere se intende buttarlo via.” Sorrisi e gli dissi che poteva prenderlo se lo desiderava.

Il ragazzino, che non poteva avere più di 10 anni, disse: “Lo darò a mia nonna. I miei genitori hanno divorziato e sono andato a vivere con mia madre, ma quando si è risposata voleva che andassi da mio padre. Sono stato con mio padre per un po’, ma poi mi ha detto che non potevo restare, quindi mi sono trasferito dalla nonna. Lei è buona con me. Mi prepara del cibo delizioso e si prende cura di me. Vorrei regalarle un fiore perché mi vuole bene.”

Quando il ragazzo finì di raccontare la sua storia, riuscivo a malapena a parlare. I miei occhi si erano riempiti di lacrime e mi resi conto che le sue parole mi avevano colpito. Tolsi il fiore dalla mia giacca e glielo tesi dicendo: “è forse la cosa più bella che io abbia mai sentito, ma questo fiore non è abbastanza. Se guardi verso il pulpito, vedrai dei grandi mazzi di fiori. Alcune famiglie le acquistano per la chiesa ogni settimana. Prendine uno e donalo a tua nonna perché quella donna merita il meglio.”

Come se non fossi già abbastanza emozionato, il ragazzo mi disse un’ultima cosa, che ricorderò per sempre: “Che giornata meravigliosa! Volevo solo un fiore ma ho avuto un mazzo intero!”

Il ragazzo è un’ispirazione per tutti noi. Ci fa capire che è importante ricordare e apprezzare ciò che si ha. La nonna sta facendo davvero un ottimo lavoro con il nipote!

Condividete questa storia con i vostri amici se anche a voi è piaciuta tanto quanto a noi!
Fonte> Worthy To Share

Le 4 candele .. (Un messaggio per tutti)


Le quattro candele, bruciando, si consumavano lentamente.
Il luogo era talmente silenzioso,
che si poteva ascoltare la loro conversazione.

La prima diceva:
"IO SONO LA PACE,
ma gli uomini non mi vogliono:
penso proprio che non mi resti altro da fare
che spegnermi!"
Così fu e, a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente.

La seconda disse:
"IO SONO LA FEDE
purtroppo non servo a nulla.
Gli uomini non ne vogliono sapere di me,
non ha senso che io resti accesa".
Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.

Triste triste, la terza candela a sua volta disse:
"IO SONO L'AMORE
non ho la forza per continuare a rimanere accesa.
Gli uomini non mi considerano
E non comprendono la mia importanza.
Troppe volte preferiscono odiare!"
E senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere.

...Un bimbo in quel momento entrò nella stanza
e vide le tre candele spente.
"Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese,
io ho paura del buio!"
E così dicendo scoppiò in lacrime.

Allora la quarta candela, impietositasi disse:
"Non temere, non piangere:
finchè io sarò accesa, potremo sempre
riaccendere le altre tre candele:
IO SONO LA SPERANZA"

Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime,
il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre.

CHE NON SI SPENGA MAI LA SPERANZA
DENTRO IL NOSTRO CUORE...

...e che ciascuno di noi possa essere
lo strumento, come quel bimbo,
capace in ogni momento di riaccendere
con la sua SPERANZA,
la FEDE, la PACE e l'AMORE.

La leggenda dei tre giorni della merla...


Vi sono due versioni della celebre leggenda sui giorni della merla che secondo tradizione, sono gli ultimi tre giorni di gennaio: 29, 30 e 31 oppure gli ultimi due giorni di gennaio e il primo di febbraio. Sempre secondo la tradizione sarebbero i tre giorni più freddi dell’anno. Ecco di seguito le due leggende (di cui la seconda pare più attendibile)

Prima versione:
Tanto, tanto tempo fa a Milano ci fu un inverno molto rigido.
La neve scendeva dal cielo e copriva tutta la città, le strade, i giardini.
Sotto la grondaia di un palazzo in Porta Nuova c’era il nido di una famigliola di merli, che a quel tempo avevano le piume bianche come la neve. C’era la mamma merla, il papà merlo e tre piccoli uccellini, nati dopo l’estate.
La famigliola soffriva il freddo e stentava a trovare qualche briciola di pane per sfamarsi, perché le poche briciole che cadevano in terra dalle tavole degli uomini venivano subito ricoperte dalla neve che scendeva dal cielo.
Dopo qualche giorno il papà merlo prese una decisione e disse alla moglie: “Qui non si trova nulla da mangiare, se continua così moriremo tutti di fame e di freddo. Ho un’idea, ti aiuterò a spostare il nido sul tetto del palazzo, a fianco a quel camino, così mentre aspettate il mio ritorno non avrete freddo. Io parto e vado a cercare il cibo dove la neve non è ancora arrivata”.
E così fu fatto: il nido fu messo vicino al camino e il papà partì. La mamma e i piccoli uccellini stavano tutto il giorno nel nido, scaldandosi tra loro e anche grazie al fumo che usciva tutto il giorno dal camino.
Dopo tre giorni il papà tornò a casa e quasi non riuscì più a riconoscere la sua famiglia! Il fumo nero che usciva dal camino aveva colorato di nero tutte le piume degli uccellini!
Per fortuna da quel giorno l’inverno divenne meno rigido e i merli riuscirono a trovare cibo sufficiente per arrivare alla primavera.
Da quel giorno però tutti i merli nascono con le piume nere e, per ricordare la famigliola di merli bianchi divenuti neri, gli ultimi tre giorni del mese di gennaio sono detti “I tre giorni della merla”.

Seconda versione:
Una merla dal bellissimo piumaggio bianco, era sempre strapazzata da gennaio, mese freddo e scuro, che non aspettava altro che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per scatenare freddo e gelo.
Stufa delle continue persecuzioni, un anno la merla fece provviste che bastassero per un mese intero e poi si rinchiuse nel suo nido. Rimase lì, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che all’epoca durava ventotto giorni.
Giunti all’ultimo giorno del mese, la merla, credendo di aver ingannato il perfido gennaio, sgusciò fuori dal nido e si mise a cantare per prenderlo in giro.
Gennaio, furioso, se ne risentì e chiese tre giorni in prestito a febbraio. Avutoli in dono, scatenò bufere di neve, vento, gelo, pioggia.
La merla si nascose allora in un camino e vi restò ben nascosta aspettando che la bufera passasse.
Trascorsi i tre giorni e finita la bufera, la merla uscì dal camino, ma a causa della fuliggine, il suo bel piumaggio candido si era tutto annerito.
Così essa rimase per sempre con le piume nere e da quel giorno tutti i merli nascono di colore scuro.

Come in tutte le leggende, esiste un fondo di verità: nel calendario romano il mese di gennaio durava solo ventinove giorni.
Sempre secondo la leggenda, se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà mite; se invece sono caldi, la primavera arriverà in ritardo.

Barzelletta... Discriminante. (Senza offesa per la categoria)


Uno spazzino vede in spiaggia un bambino che costruisce sulla sabbia e gli chiede:
"che cosa stai costruendo?"
e il bambino:
"uno spazzino"
e lui:
"e con cosa lo costruisci?"
e il bambino:
"con acqua, sabbia e cacca!"

lo spazzino sentendosi offeso lo prende per un braccio e lo picchia.

Il giorno dopo vede di nuovo il bambino e gli chiede che cosa stia costruendo e il bambino:
"un pompiere."
e lui:
"e con che cosa lo costruisci?"
e il bambino:
"con acqua e sabbia"
e lo spazzino:
"e la cacca non ce la metti?"
e lui:
"No perché sennò viene fuori uno spazzino."

Riforma pensioni ultime novità: arriva "Rita" ecco a chi spetta..


L'inizio di gennaio porta in dote molte novità sulla riforma pensioni, contenute all'interno della Legge di Stabilità per il 2017. Oggi parliamo di Rita, una misura studiata dal precedente governo Renzi per agevolare l'uscita flessibile dal mondo del lavoro. Che cos'è e qual è il suo significato? Nell'articolo ci soffermeremo, inoltre, ancora sui lavoratori precoci, protagonisti negli ultimi giorni di alcune importanti iniziative di cui vi daremo atto.
Pensioni, alla scoperta di Rita

No, non si tratta di un nuovo ministro né di altre figure femminili legate al nuovo governo Gentiloni. Le ultime notizie sulla riforma pensioni hanno per protagonista Rita, l'acronimo di Rendita Integrativa Anticipata. Siamo di fronte ad una misura, pensata dall'esecutivo Renzi, per rendere più flessibile l'uscita dal mercato del lavoro, che negli ultimi anni era diventato un problema di rilievo all'interno del panorama italiano. Rita aggiusterà le cose oppure, fondamentalmente, l'andamento sarà identico al precedente?

A chi spetta Rita? La Rendita Integrativa Anticipata è pensata ai lavoratori che hanno 63 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Il requisito che i lavoratori devono rispettare è il seguente, l'ottenimento degli anni per il pensionamento obbligatorio entro 3 anni e 7 mesi. Non solo, sull'accesso a Rita viene posta un'ulteriore condizione, quella di avere una pensione non inferiore ai 700 euro lordi al mese, vale a dire superiore a 1,4 volte del trattamento minimo dell'Inps.

Chiarendo ancora meglio la questione, in parole povere cos'è Rita? Poniamo il caso di un lavoratore, il quale non ha raggiunto ancora il requisito di accesso al sistema pensionistico obbligatorio ma ha comunque maturato almeno 20 anni di contributi ed ha un'età di 63 anni. Se il rapporto di lavoro è terminato, poiché è stato licenziato o per un'altra ragione, può richiedere la liquidazione totale, o parziale, del montante accumulato fino ad allora, che gli sarà riconosciuto come rendita temporanea, fino a quando non raggiungere il requisito anagrafico per il pensionamento obbligatorio.

Tornando al caso dei lavoratori precoci, vi aggiorniamo sull'iniziativa portata avanti dal gruppo de I Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, che presto presenterà una pagina personalizzata per ogni comitato, di regione in regione. Un modo per rendere ancora più agevole l'informazione tra gli iscritti riguardo le iniziative di cui si renderà protagonista non solo la pagina ma anche ciascun comitato.

Prosegue nel frattempo il silenzio mediatico sulla categoria. Qualcosa però si muove. Ad esempio, nella prima puntata del nuovo anno di Dimartedì, condotta dal giornalista Giovanni Floris, si è affrontata la tematica previdenziale, con ospiti in studio Cazzola, Sallusti e Giannini. Con la ripresa di tutte le trasmissioni a sfondo politico, appare naturale la ripresa dei collegamenti con protagonisti i precoci stessi e le loro richieste al governo e al mondo della politica più in generale, finalizzate ad un comune obiettivo, quota 41 per tutti.

Come riconoscere una vera amica.. (Da leggere)


Un’amica vera c’è sempre: arriva (magicamente) quando deve, scompare, per poi tornare al momento giusto. Ed è come se il tempo non fosse passato.

Chi trova un amico trova un tesoro, si diceva una volta. E il mondo è pieno di tesori (diciamo noi pensando positivamente). C’è la migliore amica di sempre, quella dell’infanzia o dell’adolescenza, quella delle “prime volte” e con la quale si ha da sempre (e per sempre) un’intesa superiore. Ci sono le amicizie che nascono in età più adulta - all'università, sul posto di lavoro o per uno stesso interesse -, con cui si condividono gusti, passioni, sogni e ideali di vita. Ci sono le amiche delle amiche, quelle perfette per fare gruppo, che per una sorta di tacita regola implicita, diventano (quasi) automaticamente delle persone care. E, poi, a un certo punto della vita, per coincidenze particolari o accidentali, arrivano le amiche di sangue, quelle che entrano in scena all'improvviso e dal nulla si trasformano in sorelle.

Complicità, risate, divertimento, ma più di tutto ascolto, comprensione, accoglienza. E, ancora, assenza d’invidia, di gelosia e di competizione, libertà di scegliere e di sbagliare, di allontanarsi per poi tornare. Le vere amiche non devono per forza essere d’accordo su tutto, avere le stesse idee politiche o religiose. Se c’è rispetto reciproco, infatti, le opinioni e i modi differenti di essere non sono un ostacolo. Questo, almeno, in teoria. Nella pratica capita che non sempre le persone riescano ad agire e a comportarsi da vere amiche, quando serve davvero. Una amica vera, quindi, si riconosce prima di tutto per quello che fa (nella realtà) e non per quello che dice di voler fare.

Una vera amica è una mano tesa che arriva da sola o subito dopo una specifica richiesta senza attesa né ripensamenti. Una vera amica, si sa, si vede nel momento del bisogno.

Una vera amica è colei che chiama e, chissà perché, non disturba mai ogni volta che lo fa. Un’amica sente la nostra mancanza se non ci vede. Un’amica vera ha la capacità unica di apparire (magicamente) nell'istante più opportuno e di sparire (senza lasciar tracce di sé) quando serve… Per poi tornare, con una gran smania di sapere, chiedere e starci ad ascoltare, nel momento giusto. Non si nega mai, non trova scuse né alibi, è schietta e sincera. Inoltre, si ricorda di tutto quello che ci è successo, anche dei dettagli, perché ci ascolta davvero.

L'amicizia vera resiste al tempo e agli urti della vita, riesce a plasmarsi, ad adattarsi agli eventi, a cambiare con essi per diventare più profonda e matura. Questo spiega come ci siano amiche così speciali che anche se si rivedono a distanza di anni scoprono che nulla è cambiato e tutto è rimasto (meraviglioso) come l'ultima volta che si sono incontrate. (Fonte: DONNA MODERNA)

Attenzione: rinnovo patenti, cambia tutto..


Patente a scheda, le novità su foto e modalità di rinnovo.

Pochi lo sanno, ma sulle patenti di guida ci sono stati molti cambiamenti che hanno cambiato il certificato di guida in modo sostanziale. Da quando infatti è stato introdotto il sistema della patente “a scheda” che ha mandato in pensione quella cartacea le novità sono state incessanti.

La più insolita (e per certi versi incomprensibile per gli automobilisti) è la sostituzione della tipologia di foto che, dal 2014, è in bianco e nero sia per le nuove licenze di guida sia per quelle rinnovate.

Proprio sul rinnovo c’è un’altra importante novità. La tessere rosa che permettono di sedersi al volante non saranno più rinnovabili. Dal momento dell’introduzione della licenza di guida in plastica il documento era rinnovabile tramite l’apposizione sullo stesso di un adesivo (rilasciato dalla motorizzazione) a seguito dell’espletamento dell’iter del rinnovo. Dal 10 gennaio 2014, invece, ad ogni richiesta di prolungamento della scadenza, viene stampata una nuova tessera e, per questo motivo, sul retro della scheda sono stati eliminati gli spazi dedicati ai bollini.

Dallo stesso anno è stata rimossa, per motivi relativi alla privacy, l’indicazione relativa all’indirizzo di residenza, mentre sono state aggiunte molte più categorie di patenti. Per i possessori di CQC, la nuova patente integra anche i dati delle abilitazioni professionali per cui i CQC verranno ritirati.

Un’altra novità importante relativa alle patenti è il cambio di scadenza: per tutti coloro che la conseguono ex novo e per quanti la rinnovano, già dal 2014, la scadenza coinciderà con la data del compleanno del titolare e non con l’effettivo trascorrere del periodo di validità. Per i documenti già stampati continuerà a fare fede il giorno impresso sul documento. Fanno eccezione i titolari di patenti di categoria C-D-E, per i quali è comunque fissata la scadenza a 5 anni dalla data esatta in cui viene eseguita la visita di rinnovo.

Perchè le persone gridano.. (Leggetela è bellissima)


Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli: "Perchè le persone gridano quando sono arrabbiate?"
"Gridano perchè perdono la calma" rispose uno di loro.
"Ma perchè gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore
"Bene, gridiamo perchè desideriamo che l'altra persona ci ascolti"
replicò un altro discepolo
E il maestro tornò a domandare:
"Allora non è possibile parlargli a voce bassa?"
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò:
" Voi sapete perchè si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati?
Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto.
Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare.
Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro.

D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate?
Loro non gridano, parlano soavemente. E perchè ?
Perchè i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola.
A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano solamente sussurrano.
E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi.
I loro cuori si intendono. È questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano."
In fine il pensatore concluse dicendo:
"Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino,
non dite parole che li possano distanziare di più, perchè arriverà un giorno in
cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare." - Gandhi -

La leggenda della Befana.


C’era una volta una casetta che sorgeva un po’ discosta dal villaggio. Era una casetta piccola e un po’ malconcia, e ci viveva una vecchina che usciva ogni mattina per fare legna nel bosco. Poi tornava a casa e si sedeva accanto al focolare insieme al suo gattino. Raramente vedeva delle altre persone: nel villaggio aveva la fama di essere una strana vecchina, un po’ maga, e nessuno si spingeva fino a quella casetta isolata, soprattutto in inverno, quando venti gelidi colpivano a raffica le regione. Una sera, una fredda sera di gennaio, la vecchina (che si chiamava Befana) sentì all’improvviso bussare alla sua porta. Naturalmente si spaventò: chi poteva essere, a quell’ora e con quel tempo? All’inizio non voleva aprire, ma poi la curiosità la vinse. E, quando aprì... oh, meraviglia! Davanti a lei c’erano tre orientali riccamente vestiti, che erano scesi dai loro cammelli per chiederle la strada per Betlemme. La vecchina era stupefatta: perché mai volevano andare a Betlemme? I tre viandanti – sì, proprio loro, i Re Magi! – le raccontarono allora che stavano andando a portare i loro doni al Bambino Gesù e la invitarono a unirsi a loro. La Befana ci pensò un po’ su, ma... chi se la sentiva di partire con un freddo simile? Così li lasciò andare, dopo aver dato loro le indicazioni che chiedevano. Poi però si pentì. Aveva commesso un grande errore! Presto, doveva raggiungerli! Così uscì a cavallo della sua scopa (sì, la Befana un po’ maga lo era davvero!) per cercarli e andare con loro a rendere omaggio a Gesù, ma non riuscì più a trovarli. Perciò ebbe un’idea: si fermò in tutte le case, lasciando un dono a ogni bambino, nella speranza che uno di loro fosse Gesù. E da allora ha continuato, anno dopo anno, a portare i suoi doni a tutti i bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio.

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