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L'uomo e il suo cane...

Un uomo camminava per una strada con il suo cane. Si godeva il paesaggio, quando ad un tratto si rese conto di essere morto. Si ricordò di quando stava morendo e che il cane che gli camminava al fianco era morto da anni. Si chiese dove li portava quella strada. Dopo un poco giunsero ad un muro bianco molto alto che costeggiava la strada e che sembrava di marmo. In cima ad una collina s'interrompeva in un alto arco che brillava alla luce del sole. Quando vi fu davanti, vide che l'arco era chiuso da un cancello che sembrava di madreperla e che la strada che portava al cancello sembrava di oro puro. Con il cane s'incammino verso il cancello, dove ad un lato c'era un uomo seduto ad una scrivania. Arrivato davanti a lui, gli chiese: - Scusi, dove siamo? - Questo è il Paradiso, signore, - rispose l'uomo. - Wao! E non si potrebbe avere un po' d'acqua? - Certo, signore. Entri pure, dentro ho dell'acqua ghiacciata. L'uomo fece un gesto e il cancello si aprì. - Non può entrare anche il mio amico? - disse il viaggiatore indicando il suo cane. - Mi spiace, signore, ma gli animali non li accettiamo . L'uomo pensò un istante, poi fece dietro front e tornò in strada con il suo cane. Dopo un'altra lunga camminata, giunse in cima ad un'altra collina, in una strada sporca che portava all'ingresso di una fattoria, con un cancello che sembrava non essere mai stato chiuso. Non c'erano recinzioni di sorta. Avvicinandosi all'ingresso, vide un uomo che leggeva un libro seduto contro un albero. - Mi scusi, - chiese. - Non avrebbe un po' d'acqua? - Sì, certo. Laggiù c' è una pompa, entri pure. - E il mio amico qui? - disse lui, indicando il cane. - Vicino alla pompa dovrebbe esserci una ciotola. Attraversarono l'ingresso ed effettivamente poco più in là c'era un'antiquata pompa a mano, con a fianco una ciotola. Il viaggiatore riempì la ciotola e diede una lunga sorsata, poi ne offrì al suo amico cane. Continuarono così finché non furono sazi, poi tornarono dall'uomo seduto sotto l'albero. - Come si chiama questo posto? - chiese il viaggiatore. - Questo è il Paradiso. - Be', non è chiaro. Laggiù in fondo alla strada uno mi ha detto che era quello, il Paradiso. - Ah, vuol dire quel posto con la strada d'oro e la cancellata di madreperla? No, quello è l'Inferno. - E non vi secca che usino il vostro nome? - No, ci fa comodo che selezionino quelli che per convenienza lasciano perdere i loro migliori amici.
(Posted by Beppe Tardito on 28/02/2024)

Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Uno di loro....

Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Uno di loro chiese all’altro:
– Tu credi nella vita dopo il parto?
– Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci a quello che saremo più tardi.
– Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita?
– Non lo so, ma sicuramente… ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca.
– Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione… Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto.
– Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.
– Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla.
– Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremmo la mamma e lei si prenderà cura di noi.
– Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora?
– Dove? Tutta in torno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe.
– Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista.
– Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai?… Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa…”

"Un nonno tra gli angeli." Nicolò è triste, è da un...

Nicolò è triste, è da un po’ che non vede il suo nonno, non riesce a comprendere perché, all’improvviso, il suo adorato nonnino non è più venuto a trovarlo per raccontargli le storie di quando era piccolo e andava in mezzo alla campagna per costruire i suoi rifugi segreti.

“Eppure non ho fatto il monello in questo periodo, mi sono comportato bene con mamma e papà, anche all’asilo non ho fatto arrabbiare la maestra…” pensava tra sé il piccolo Nicolò.
Il nostro piccolo amico sentiva molto la mancanza di quel nonno che tanto gli teneva compagnia ,ed era così bravo a costruire gli aeroplanini di carta che poi faceva volare tanto in alto!

Ma Nicolò non poteva comprendere il motivo di quella assenza, infatti il suo adorato nonno non c’era più ed era volato in cielo, solamente nessuno ancora, aveva trovato le parole giuste per spiegarglielo.

Un giorno, nonna Maria, si accorse della profonda tristezza di quel suo nipotino, e con molta dolcezza iniziò a parlare al bambino: “vedi Nicolò, non è colpa tua se non c’è più il nonno, tu non hai fatto nulla di male anzi sei stato bravissimo, ma il nonno non è più venuto perché è volato in cielo “.
Nicolò, ancora non riusciva a capire perché il nonno fosse andato in cielo e cercò di chiederlo alla nonna.

Nonna Maria molto teneramente, spiegò al bambino che il nonno, un giorno era andato a dormire come sempre nel pomeriggio, ma poi non si era più risvegliato… così da quel giorno era andato in cielo in mezzo agli angeli per proteggere da lassù tutte le persone che amava, in particolar modo il suo nipotino Nicolò. “Ma nonna, il nonno ci può vedere da lassù? Riesce a vedere che sono bravo?” chiese il bambino alla nonna.
“Certo amore, nonno Marco ti vede e ti è sempre vicino anche se tu non lo vedi, te ne accorgerai!”

Quella notte il piccolo Nicolò sognò il nonno che costruiva in mezzo agli angeli, un aeroplanino di carta.
Al suo risveglio, il nostro piccolo amico aveva il sorriso sulle labbra e, con sua grande sorpresa, vide sul piccolo comodino vicino al letto, un piccolo aeroplanino di carta! Evviva, il nonno era veramente vicino a lui!

Di già, così presto? Avevo tanti piani. - Mi dispiace, ma è...

Un uomo morì. Ad un certo punto vide avvicinarsi Dio portando con sé una valigia. E Dio disse: - Figliuolo è ora di andare. L'uomo stupito domandò: Di già, così presto? Avevo tanti piani... - Mi dispiace, ma è giunta la tua partenza. Cosa porti nella valigia? Domandò l'uomo. E Dio rispose: - Ciò che ti appartiene. Quello che mi appartiene? Porti le mie cose, i miei vestiti, i miei soldi? Dio rispose: - Quelle cose non ti sono mai appartenute, erano del mondo. Porti i miei ricordi? - Quelli non ti sono mai appartenuti, erano del tempo. Porti i miei talenti? - Quelli non ti sono mai appartenuti, erano delle circostanze. Porti i miei amici, i miei familiari? - Mi dispiace loro non ti sono mai appartenuti, erano del cammino. Porti mia moglie, i miei figli? - Loro non ti sono mai appartenuti, erano del tuo cuore. Porti il mio corpo? - Mai ti è appartenuto, il corpo era della polvere. Allora porti la mia anima? - No, l'anima è mia. Allora l'uomo pieno di paura scaraventò la valigia che Dio portava con sé e aprendosi vide che era vuota. Con una lacrima che scendeva dagli occhi, l'uomo disse: non ho mai avuto niente? - Così è, ogni momento che hai vissuto è stato solo tuo. La vita è solo un momento. Un momento solo tuo. Per questo quando hai tempo sfruttalo nella sua totalità. Che nulla di quello che ti è appartenuto possa trattenerti. Vivi ora, vivi la tua vita e non dimenticare di essere felice, è l'unica cosa che vale davvero la pena. Le cose materiali e tutto il resto per cui hai lottato restano qui. Apprezza chi ti apprezza, non perdere tempo con coloro che non hanno tempo per te. (Dal Web)

A volte piango perché sono stanca di essere forte...

Concediamoci ogni tanto questa licenza per sfogarci e per recuperare il contatto con noi stessi. Non vuol dire essere deboli, ma capire i nostri limiti e le nostre capacità.

A volte siamo esausti, abbiamo raggiunto il limite delle nostre forze e abbiamo bisogno di lasciarci andare. Piangere non significa arrendersi e tanto meno è un segno di debolezza.

A volte non abbiamo altra scelta che ricorrere a questo sfogo perché siamo stanchi. Stanchi di essere forti. Perché la vita ci sta chiedendo troppo e le persone intorno a noi non sempre vedono tutto quello che stiamo facendo senza chiedere niente in cambio.

Non portate il peso del mondo sulle vostre spalle. Caricate solo ciò che è davvero essenziale per voi e non dimenticate mai che il vostro cuore ha bisogno di uno spazio privilegiato per voi stessi. E se avete bisogno di piangere, fatelo, perché anche i forti se lo possono permettere.

Non possiamo essere sempre forti. Forse anche voi siete stati educati all’idea che le lacrime devono essere “trattenute”, che la vita è difficile per tutti e piangere non serve a niente. Questa idea, a lungo andare, può essere dannosa a livello emotivo.

Spesso reprimiamo il pianto cercando di nascondere quello che proviamo e lasciando credere, sotto false apparenze, che tutto vada bene.Sforzarsi di sembrare “normali”, nascondere sentimenti e problemi, finirà non solo per tacere le vostre emozioni di fronte agli altri, ma anche a voi stessi.Le emozioni soffocate sono problemi non affrontati. Un problema non gestito è un’emozione che finisce per essere somatizzata sotto forma di mal di testa, stanchezza, tensione muscolare, nausea e problemi digestivi.Vi consigliamo di leggere: Ecco come le nostre emozioni causano il mal di schienaNon si può essere sempre forti, così come non si può nascondere disagio o tristezza per tutta la vita. Non è sano né igienico. È importante concedersi qualche istante di sfogo in cui le lacrime agiscono come autentico anti stress.

Piangere è una cura.Le lacrime sono uno sfogo, rappresentano il primo passo verso il cambiamento. Piangere significa accettare le nostre emozioni e liberarle.Dopo il pianto, arriva la calma, ci sentiamo più rilassati, più capaci di vedere la realtà e di prendere decisioni.

La necessità di essere forti quando la vita ci chiede troppoSolo voi conoscete gli sforzi che vi hanno portati dove siete e se avete dovuto rinunciare a qualcosa per le persone che amate.

Tutto questo lo avete fatto come libera scelta, perché lo volevate, perché era giusto farlo; ma arriva sempre un momento in cui sembra che la vita, e ancora di più le persone che ci stanno intorno, non ci trattino con lo stesso riguardo.

Dobbiamo essere forti di fronte ad una società che non aiuta in ambito lavorativo o sociale. Mostrare forza di fronte ad una famiglia che non sempre è facile da tenere unita, genitori, fratelli o fidanzati che spesso non tengono conto delle nostre esigenze.E arrivano quei giorni in cui non ne potete più di essere forti, di farvi carico di tutto. Piangere diventa una necessità.

È importante stabilire un limite, far sì che la vita ci chieda solo quello che possiamo offrirleNessuno è in grado di dare più di quello che ha. È impossibile portare allegria e felicità in famiglia se in cambio non vi ripagano con lo stesso affetto.

La soluzione sta nell’equilibrio che ci serve per essere forti, per adempiere ai nostri impegni e per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti tenendo conto delle difficoltà.

Essere forti vuol dire, per prima cosa, stare bene con noi stessi. Coltivate la vostra crescita personale, ritagliate momenti solo per voi stessi, godete dei vostri affetti. Amate tutte le persone che vi stanno vicino e, soprattutto, voi stessi.Il più forte è chi sa amare e allo stesso tempo, amarsi. Non è un discorso diegoismo.Essere forti significa anche liberarci dai pesi che intralciano la nostra crescita, che attentano al nostro benessere e che ci fanno soffrire. Si sa, spesso fa male, ma è necessario smettere di dare priorità a chi non ci considera. Essere forti implica permettersi di essere “debole” di tanto in tanto. Che cosa vuol dire?

Avete tutto il diritto di dire che non ce la fate a reggere qualcosa, che una situazione è superiore alle vostre forze e che non potete assumere più responsabilità di quelle che già avete.Avete il diritto di dire che non ce la fate più, che avete bisogno di riposo.Avete diritto a ricevere rispetto, affetto e gratitudine. Chi ha bisogno di voi deve capire che anche voi avete bisogno di loro.E, naturalmente, avete tutto il diritto ad un momento di sfogo, di intimità, per passeggiare e pensare a voi stessi, piangere, dare ascolto ai vostri pensieri ed emozioni, prendere decisioni e andare avanti.

Perché la vita alla fine è questo. Percorrere la nostra strada rimanendo in equilibrio e cercando di stare bene dentro.

Quando Dio creò la donna, lavorò fino a tardi...

Quando Dio creò la donna, lavorò fino a tardi il sesto giorno .. Un angelo venne e Gli chiese: "Perché passare così tanto tempo con lei?" Rispose il signore. "Hai visto tutte le specifiche che devo soddisfare per darle forma?" Deve funzionare su tutti i tipi di situazioni, Deve essere in grado di abbracciare più bambini allo stesso tempo, Avere un abbraccio che può guarire qualsiasi cosa, da un ginocchio ammaccato a un cuore spezzato, Deve fare tutto questo con solo due mani: "Si cura da sola e può lavorare 18 ore al giorno" L'ANGELO rimase impressionato "Solo due mani .. impossibile! E questo è il modello standard? " L'angelo si avvicinò e toccò la donna "Ma l'hai resa così morbida, Signore". "È dolce", disse il Signore, "Ma l'ho resa forte, non puoi immaginare cosa possa sopportare e superare." "Può pensare?" Chiese l'angelo ... Il Signore rispose. "Non solo lei può pensare, può ragionare e negoziare". L'angelo le toccò le guance .... "Signore, sembra che questa creazione ha una perdita! Hai messo troppi pesi su di lei" "Non sta perdendo ... è una lacrima" Il Signore corresse l'Angelo ... "Per cosa è?" Chiese l'angelo .. Il Signore gli disse. "Le lacrime sono il suo modo di esprimere il suo dolore, i suoi dubbi, il suo amore, la sua solitudine, la sua sofferenza e il suo orgoglio." ... Questo impressionò l'Angelo, "Signore, sei un genio, hai pensato a tutto. La donna è davvero meravigliosa " Il Signore disse. "In effetti lo è. Ha una forza che stupisce un uomo. Riesce a gestire guai e a portare pesanti fardelli. Lei ha la felicità, e l'amore. Lei sorride quando ha voglia di urlare. Canta quando ha voglia di piangere, piange quando è felice e ride quando ha paura. Combatte per ciò in cui crede. Il suo amore è incondizionato. Il suo cuore si spezza quando muore un parente o un amico, ma trova la forza per andare avanti con la vita " L'angelo chiese: "Quindi lei è un essere perfetto?" Il Signore rispose: "No. Ha solo un inconveniente Spesso dimentica ciò che vale. "

La candela spenta. (Con video)

Una ragazza era seduta nella sala d'attesa della stazione, aspettando l'arrivo del treno che l'avrebbe riportata a casa. Improvvisamente, un uomo entrò e le puntò una pistola alla tempia. Il furfante aveva adocchiato l'anello di brillanti al dito che le aveva regalato il suo fidanzato come pegno del suo grande amore. Alla richiesta di levarselo e consegnarglielo, la donna rispose di no. Ci fu una colluttazione. L'uomo tentò con ogni mezzo, anche con la forza, d'impadronirsi dell'anello della ragazza, ma lei oppose una vigorosa resistenza. A un certo punto, dalla pistola partì un colpo. Confuso, il rapinatore scappò via, mentre la ragazza cadeva a terra, gravemente ferita.

Più tardi, in ospedale, il fidanzato, con voce dura le chiese: "Perché non gli hai dato l'anello?" Lei rispose con dolcezza: "Perché quando me lo hai regalato, tu mi hai detto che faceva parte del tuo amore. Se gli avessi dato l'anello, avrei perso quell'amore". Poi, chiuse gli occhi e spirò.

Sconvolto dal dolore, il ragazzo non riuscì a trattenere le lacrime. A nulla valsero le parole di consolazione degli amici e parenti. Nessun argomento riusciva a fermare quelle sue lacrime. Il giovane continuò a piangere tutti i giorni.

Una notte, mentre dormiva, fece un sogno. Vide la sua ragazza assieme a molte altre giovani donne della sua età, tutte vestite di bianco. C'era tanta pace, ma, aveva notato che ognuna di esse teneva in mano una candela accesa. Soltanto la candela della sua fidanzata era spenta.

Allora, le domandò: "Perché la tua candela non è accesa?" Lei gli rispose: "Ogni volta che accendo la mia candela, le tue lacrime cadono sulla fiamma e la spengono".
Ppsted by Beppe Tardito on 11/03/2022

Ecco perché non bisogna mai piangere per la scomparsa delle persone che amiamo.

La leggenda degli occhi verdi.

Gli occhi verdi sono i più affascinanti. Scopriamo quale significato ha questo particolare colore di occhi e quali caratteristiche determina.

Gli occhi verdi sono tra i più affascinanti. Le persone che hanno questa particolare tonalità dell’iride non sono moltissime in Italia: quello che è certo è che il verde sta benissimo su qualunque tipo di carnagione, che sia ambrata o lattiginosa, e su qualsiasi colore di capelli.
Tuttavia, forse non tutti sono a conoscenza del particolare significato legato a questo tratto fisico. Nei Paesi orientali è molto diffusa una leggenda, che ora sta prendendo piede anche in Occidente, secondo cui il colore degli occhi di una persona direbbe molto della sua personalità. Questo avviene perchè gli occhi sono lo specchio dell’anima. Quali sono le leggende legate alle persone dagli occhi verdi? Scopriamo insieme quale significato ha questo particolare colore di occhi e quali caratteristiche determina nelle donne.
Secondo una leggenda orientale, il colore degli occhi determinerebbe il legame con la natura della persona. Si dice in particolare che le persone con gli occhi verdi sarebbero discendenti delle Ninfe dei laghi. Queste divinità femminili avevano un forte legame con l’ambiente naturale, tanto che erano solite vivere nelle foreste o nelle vicinanze di laghi e di fiumi. Le ninfe sono spesso raffigurate nell’iconografia occidentale con vesti morbide e sinuose, mentre danzano in piena armonia con l’ambiente circostante.
Secondo diversi miti, queste divinità erano spiriti liberi difficilmente conquistabili, soprattutto dagli uomini, che incantavano con il loro fascino. Oltre a questo, le ninfe si distinguevano per il loro colore degli occhi. La loro iride era di un verde quasi trasparente, con i bordi color nocciola o di blu intenso. I loro occhi avevano un grande potere: chi osava guardarli rimaneva folgorato e si innamorava perdutamente. Si dice che proprio da questo derivi la capacità di seduzione femminile. Secondo una seconda leggenda, quella della Ninfa e del Cacciatore, un giovane cacciatore si stava risciacquando il volto con l’acqua del Lago della Ninfa, quando fu abbagliato da un’apparizione. Sulla sponda opposta del lago era infatti apparsa una ragazza bellissima, che lo guardò fissandola con i suoi occhi verdi. Il ragazzo se ne innamorò perdutamente subito. Quando la fanciulla scomparve, lui cercò di inseguirla, ma non la ritrovò. Nonostante gli avvertimenti dei carbonai sulla natura malvagia della ninfa, egli tornò al lago nei giorni seguenti: ogni volta compariva sulla riva opposta la ninfa. Quando il giovane, esasperato, le dichiarò il suo amore, la ninfa creò un ponte di cristallo sul lago. Il cacciatore iniziò a percorrere il ponte, ma questo improvvisamente scomparve: eglì morì annegando nelle acque del lago.

Caratteristiche delle persone con occhi verdi:
Gli occhi verdi non sono tuttavia un’esclusiva femminile: ci sono anche diversi uomini che li hanno in tutto il mondo. Questi sono soliti avere una personalità complessa. Essi sono solitamente forti, risoluti e sicuri di sè, sono persone che se la sono cavata senza aiuti esterni nella vita. Date queste loro caratteristiche, hanno bisogno di avere al loro fianco una compagna dal carattere altrettanto forte. Anche questi hanno un forte legame con la natura e amano stare in luoghi aperti. Per quanto riguarda le caratteristiche delle donne con gli occhi verdi, queste sono molto piacenti e socievoli: amano passare il tempo in compagnia degli altri, anche in mezzo a degli sconosciuti. Hanno un modo di fare dolce e gentile, ma anche ironico: sono particolarmente amate proprio per il loro senso dell’umorismo. La loro forte connessione con la natura le porta a preferire di trascorrere il tempo in luoghi aperti. Nelle relazioni amorose le donne dagli occhi verdi, come facevano le Ninfe, attraggono diversi tipi di uomo, tuttavia raramente perderanno la testa per qualcuno. Nonostante la loro capacità di amare profondamente gli altri, non si lasciano andare mai completamente dato il loro grande amore per se stesse. Quando però scelgono un partner per la vita, esse sono solitamente gelose e pignole. Ci sono anche dei tratti caratteriali comuni ad entrambi i sessi. Le donne e gli uomini con gli occhi verdi sono generalmente persone generose e dotate di grande altruismo. Queste sono pronte ad aiutare il prossimo in modo incondizionato. Un difetto comune è che sono permalose, soprattutto se vengono toccate da vicino.
e tu di che colore hai gli occhi?
(Posted by Beppe Tardito on 16/02/2022)

Chi è la parte più importante della tua giornata?

“Mamma, guarda!” esclamò Marta, la bambina di sette anni. “Già, già!” mormorò nervosamente la donna mentre guidava e pensava alle tante cose che l’attendevano a casa. Poi seguirono la cena, la televisione, il bagnetto, varie telefonate e arrivò anche l’ora di andare a dormire. “Forza Marta, è ora di andare a letto!”. E lei si avviò di corsa su per le scale. Stanca morta, la mamma le diede un bacio, recitò le preghiere con lei e le aggiustò le coperte. “Mamma, ho dimenticato di darti una cosa!”. “Me la darai domattina” rispose la mamma, ma lei scosse la testa. “Ma poi domattina non avrai tempo!” esclamò Marta. “Lo troverò, non preoccuparti!” disse la mamma, un po’ sulla difensiva. “Buona notte!” aggiunse e chiuse la porta con decisione. Però non riusciva a togliersi dalla mente gli occhioni delusi di Marta. Tornò nella stanza della bambina, cercando di non fare rumore. Riuscì a vedere che stringeva in una mano dei pezzetti di carta. Si avvicinò e piano piano aprì la manina di Marta. La bambina aveva stracciato in mille pezzi un grande cuore rosso con una poesia scritta da lei che si intitolava “Perché voglio bene alla mia mamma”. Facendo molta attenzione recuperò tutti i pezzetti e cercò di ricostruire il foglio. Una volta ricostruito il puzzle riuscì a leggere quello che aveva scritto Marta: “Perché voglio bene alla mia mamma. Anche se lavori tanto e hai mille cose da fare trovi sempre un po’ di tempo per giocare. Ti voglio bene mamma perché sono la parte più importante del giorno per te”. Quelle parole le volarono dritto al cuore. Dieci minuti più tardi tornò nella camera della bambina portando un vassoio con due tazze di cioccolata e due fette di torta. Accarezzò teneramente il volto paffuto di Marta. “Cos’è successo?” chiese la bambina, confusa da quella visita notturna. “E’ per te, perché tu sei la parte più importante della mia giornata!”. La bambina sorrise, bevve metà della cioccolata e si riaddormentò.

Chi è la parte più importante della tua giornata?

I miei baci per te papà....

La storia ha inizio tempo fa, quando un uomo punisce sua figlia di 5 anni per la perdita di un oggetto di valore ed il denaro in quel periodo era poco. Era il periodo di Natale, la mattina successiva la bambina portò un regalo e disse: “Papà è per te”. Il padre era visibilmente imbarazzato, ma la sua arrabbiatura aumentò quando, aprendo la scatola, vide che dentro non c’era nulla. Disse in modo brusco: “Non lo sai che quando si fa un regalo, si presuppone che nella scatola ci sia qualcosa?”. La bimba lo guardò dal basso verso l’alto e con le lacrime agli occhi disse: “Papà,… non è vuoto. Ho messo dentro tanti baci fino a riempirlo”. Il padre si sentì annientato. Si inginocchiò e mise le braccia al collo della sua bimba e le chiese perdono. Passò del tempo e una disgrazia portò via la bambina. Per tutto il resto della sua vita, il padre tenne sempre la scatola vicino al suo letto e quando si sentiva scoraggiato o in difficoltà, apriva la scatola e tirava fuori un bacio immaginario ricordando l’amore che la bambina ci aveva messo dentro.

Ognuno di noi ha una scatola piena di baci e amore incondizionato, dei nostri figli, degli amici e soprattutto di Dio. Non ci sono cose più importanti che si possano possedere!

Chi ci Pensa... (Di: Bruno Ferrero)

Due pesci rossi vivevano in un vaso di vetro. Nuotando pigramente in tondo avevano anche tempo per filosofare. Un giorno un pesce chiese all’altro: “Tu credi in Dio?”. “Certo!”. “E come fai a saperlo?”. “Chi credi che ci cambi l’acqua, tutti i giorni?”. La vita scorre dentro di noi come un fiume tranquillo ed è un miracolo. Ma facciamo l’abitudine anche ai miracoli. Ogni giorno è un dono tutto nuovo, una pagina bianca da scrivere. Dio ci cambia l’acqua tutti i giorni. Dio non muore il giorno in cui cessiamo di credere in una divinità personale, ma noi moriamo il giorno in cui la nostra vita cessa di essere illuminata dalla radiosità costante, e rinnovata giorno per giorno, da un miracolo la cui origine è al di là di ogni ragione.
(di: Bruno Ferrero dal libro: Il segreto dei pesci rossi)

Vi auguro di avere uno scopo, un sogno alto che sia soltanto vostro...

Vi auguro armadi pieni di abiti a fiori, lucine sempre fisse sull’albero della vita, e pane caldo in tavola da cui rubare un morso prima di ogni pasto.

Vi auguro di non dimenticare mai l’ombrello nei giorni di pioggia, un paio di guanti nuovi che proteggano dal vento le carezze, qualcuno che vi sistemi i capelli dietro le orecchie.

Vi auguro di avere sempre tempo per fare colazione, di abitare in una città da cui si possa raggiungere il mare, di trovare un posto in cui sia facile sentirsi a casa quando casa è lontana.

Vi auguro di indugiare in una stazione o in un aeroporto almeno una volta l’anno, guardare il tabellone luminoso delle partenze e imbarcarvi per un viaggio.

Vi auguro un bicchiere di vino rosso con la zucca, un barista di fiducia che il caffè sappia farlo a mestiere, di non dire mai: “Ti amo più della mia vita”. E’ giusto di un padre verso un figlio, di una madre verso la creatura che mette al mondo. Non di una donna verso un uomo, né di un uomo verso la sua donna. In quel “più di me, più della mia vita” cominciano i problemi. Si annida lì il seme della dipendenza. L’amore è un’altra cosa. L’amore è amarti quanto amo la mia vita.

Vi auguro una biblioteca a pochi passi da casa, di non svegliarvi mai troppo tardi al mattino, di non restare in pigiama troppo a lungo, una fetta di torta al cioccolato ogni domenica.

Auguro cuscini morbidi a chi ama la sofficità; cuscini rigidi a chi, come me, li preferisce più compatti. Vi auguro dormite pancia all’aria, qualcuno che passi a prendervi di notte, una barzelletta che sappia farvi ridere tutte le volte come la prima.

Vi auguro un fratello con cui passeggiare alle sei di ogni pomeriggio, un’amica che vi tenga al telefono per ore, un paio di scarpe comode.

Vi auguro di imparare una parola nuova al giorno, che la tv trasmetta il vostro film preferito, un cane o un gatto che vi riempiano di baci per il solo fatto di essere ciò che siete.

Più di ogni altra cosa, io vi auguro di avere uno scopo, un sogno alto che sia soltanto vostro e, insieme a quello, l’ostinazione illuminata di chi, credendo di farcela senza alcun dubbio, alla fine, poi, ce la fa. (Antonia Storace)[Posted by Beppe Tardito on 09/28/2021]

Una bambina chiese alla mamma: perchè piangi?..

Mamma perchè Piangi ? Perchè sono una donna.. gli rispose. Non capisco disse la bambina. La mamma la strinse a sè e le disse: capirai quando sarai una donna. Più tardi la bambina chiese al papà: Papà perchè la mamma piange? Tutte le donne piangono senza ragione, fu tutto quello che il papà seppe dirgli. Divenuta adulta, chiese a Dio: Signore, perchè le donne piangono così facilmente? E Dio rispose: Quando l’ho creata, la donna doveva essere speciale. Le ho dato delle spalle abbastanza forti per portare i pesi del mondo e abbastanza morbide per renderle confortevoli. Le ho dato la forza di donare la vita, quella di accettare il rifiuto che spesso le viene dai suoi figli. Le ho dato la forza per permetterle di continuare quando tutti gli altri abbandonano, quella di farsi carico della sua famiglia senza pensare alla malattia e alla fatica. Le ho dato la sensibilità di amare i suoi figli di un amore incondizionato, anche quando essi la feriscono duramente. Le ho dato la forza di sopportare il marito nelle sue debolezze e di stare al suo fianco senza cedere.. E finalmente, le ho dato lacrime da versare quando ne sente il bisogno. Vedi figlia mia, la bellezza di una donna non è nei vestiti che porta, nè nel suo viso o nella sua capigliatura.. La bellezza di una donna risiede nei suoi occhi. E’ la porta d’entrata del suo cuore ; la porta dove risiede l’amore. Ed è spesso con le lacrime che vedi passare il suo cuore. (First posted by Beppe Tardito on 15/05/2019)

Quando i genitori invecchiano...

"Lasciali invecchiare con lo stesso amore con cui ti hanno fatto crescere... lasciali parlare e raccontare ripetutamente storie con la stessa pazienza e interesse con cui hanno ascoltato le tue quando eri bambino... lasciali vincere, come tante volte loro ti hanno lasciato vincere.... lasciali godere dei loro amici, delle chiacchiere con i loro nipoti... lasciali godere vivendo tra gli oggetti che li hanno accompagnati per molto tempo, perché soffrono sentendo che gli strappi pezzi della loro vita... lasciali sbagliare, come tante volte ti sei sbagliato tu... LASCIALI VIVERE e cerca di renderli felici l'ultimo tratto del cammino che gli manca da percorrere, allo stesso modo in cui loro ti hanno dato la loro mano quando iniziavi il tuo!!" (di P. Neruda)
Posted by Beppe Tardito on 18/08/2021

Dopo 8 anni di convivenza, la mia compagna mi prese da parte per....

Dopo 8 anni di convivenza, la mia compagna mi prese da parte per dirmi qualcosa di importante. Voleva che passassi del tempo con un’altra donna, che la portassi al ristorante e poi al cinema. La mia compagna mi disse: “Ti amo, ma so che anche quest’altra donna ti ama, e voglio che tu trascorra del tempo con lei”. Quest’altra donna era mia madre. Viveva da sola da 19 anni, dopo la morte di mio padre e a causa del mio lavoro potevo farle visita solo occasionalmente. Così quella sera stessa ho fatto quello che la mia compagna mi aveva chiesto. Ho invitato mia madre al ristorante e poi al cinema. “Cosa sta succedendo?”, mi chiese la mamma: “Sei sicuro che vada tutto bene?" “Ho pensato che sarebbe stata una buona idea trascorrere del tempo con te”, ho risposto. “Solo io e te”. Mia madre, al telefono, restò in silenzio un momento, poi finalmente disse: “Mi piacerebbe davvero tanto”. Poi il venerdì seguente, finito il lavoro, sono andato a prenderla a casa. Ero un po’ nervoso, era passato tanto tempo… Si era fatta i capelli e indossava lo stesso vestito del suo ultimo anniversario di matrimonio. Il suo sorriso, raggiante di felicità, la faceva sembrare un piccolo angelo, il mio piccolo angelo. “Ho detto ad alcune mie amiche e amici che sarei uscito con mia madre stasera e sono rimaste tutte molto colpite”. Mia madre ha detto entrando in macchina: “Non vedono l’ora che racconti loro della nostra serata!” Così siamo andati in un ristorante, non troppo elegante, ma abbastanza intimo e confortevole. Mia madre mi ha preso il braccio come se fosse la First Lady. Ci siamo seduti e le ho dovuto leggere il menù, dal momento che i suoi occhi riuscivano a leggere solo i caratteri più grandi. Appena finito di leggere le portate, ho girato gli occhi e ho visto che lei mi guardava con un sorriso carico di nostalgia. “Quando eri piccolo, ero io che dovevo leggerti il menù”, mi ha detto con semplicità. “Allora, è tempo che tu ti riposi un po’ e mi lasci restituire il favore”, ho risposto. Abbiamo cenato e abbiamo parlato, niente di straordinario, abbiamo solo parlato delle novità nelle nostre rispettive vite. Alla fine, abbiamo parlato così tanto che ci siamo dimenticati del film. Ma in realtà, non ci è dispiaciuto averlo perso. Quando l’ho riaccompagnata a casa, mi ha detto che voleva uscire di nuovo, ma solo se le promettevo che l’avrei lasciata invitare me la prossima volta. Ho accettato. “Come è andato il tuo appuntamento?”, mi chiese la mia compagna quando rientrai a casa. “È andato davvero bene. Ancora meglio di come avrei mai immaginato”. Non sono però stato in grado di mantenere la mia promessa e farmi invitare al ristorante. Pochi giorni dopo, mia madre è morta a causa di un problema cardiaco. È successo così velocemente che nessuno ha potuto fare niente per lei. Sono passate alcune settimane e poi ho ricevuto una busta con una copia di un conto di un ristorante, lo stesso ristorante dove avevo portato mia madre. Insieme alla ricevuta, c’era una piccola nota che diceva: “Ho pagato questo conto in anticipo. Non ero sicura se avrei potuto esserci, ma in ogni caso, ho già pagato per due, per te e per la tua fidanzata. Non sai quanto questa serata abbia significato per me. Ti voglio tanto bene, figlio mio”. Quel giorno ho capito l’importanza di dire “ti amo”, "ti voglio bene" e l’importanza di trascorrere del tempo con la propria famiglia e le persone che ci sono care. Niente, in verità, è più importante di quest’amore. (First posted by Beppe Tardito on August 7, 2018)

Un figlio dopo la morte del Padre, mette la madre in...


Un figlio dopo la morte del Padre.. mette la madre in una casa di riposo, e va a fargli visita ogni tanto.. Un giorno riceve una chiamata dalla casa di riposo, dicendogli che la mamma stava morendo.. arrivato li chiese a sua madre .. cosa vuoi che faccia per te, mamma? triste la Mamma risponde...Semina amore..
Voglio che fai mettere i ventilatori nell'ospizio, perchè non ci sono e il calore è insopportabile,
Voglio che compri anche dei frigoriferi, così il cibo non si rovinerà.
Molte notti sono andata a letto senza aver mangiato niente.

Il figlio sorpreso risponde!!
Ma ora mi stai chiedendo queste cose mentre stai morendo?? Perchè non me lo hai mai detto prima?
La madre rispose triste: io mi sono abituata a convivere con la fame e il caldo, ma la mia paura è che tu non possa abituarti quando i tuoi figli non si prenderanno più cura di te e ti manderanno qui, quando sarai vecchio!!

Ricorda sempre :

Tutto quello che fai nella vita...
Ti verrà restituito..
(Posted by Beppe Tardito on 14 marzo 2020)

L'uomo delle pulizie?.. Chissà, forse, però...


Un disoccupato sta cercando lavoro come uomo delle pulizie alla Microsoft.
L'addetto del dipartimento del personale per valutarlo gli fa scopare il pavimento, poi lo intervista e alla fine gli dice:

"Sei assunto, dammi il tuo indirizzo di e-mail, così ti mando un modulo da riempire insieme al luogo e alla data in cui ti dovrai presentare per iniziare."

L'uomo, sbigottito, risponde che non ha il computer, né tanto meno la posta elettronica.

Il tipo gli risponde che se non ha un indirizzo e-mail significa che virtualmente non esiste e quindi non gli possono dare il lavoro.

L'uomo esce disperato, senza sapere cosa fare e con solo 10 dollari in tasca.

Decide allora di andare al supermercato e comprare una cassa di dieci chili di pomodori.

Vendendo porta a porta i pomodori in meno di due ore riesce a raddoppiare il capitale e ripetendo l'operazione si ritrova con centosessanta dollari.

A quel punto realizza che può sopravvivere in quella maniera, parte ogni mattina più presto da casa e rientra sempre più tardi la sera e ogni giorno raddoppia o triplica il capitale.

In poco tempo si compra un carretto, poi un camion e in un batter d'occhio si ritrova con una piccola flotta di veicoli per le consegne.

Nel giro di cinque anni il tipo è proprietario di una delle più grandi catene di negozi di alimentari degli Stati Uniti.

Allora pensa al futuro e decide di stipulare una polizza sulla vita per lui e la sua famiglia.

Contatta un assicuratore, sceglie un piano previdenziale e quando alla fine della discussione l'assicuratore gli chiede l'indirizzo e-mail per mandargli la proposta.

Lui risponde che non ha né computer né e-mail.

"Curioso - osserva l'assicuratore - avete costruito un impero e non avete una e-mail, immaginate cosa sareste se aveste avuto un computer!".

L'uomo riflette e risponde:

"Sarei l'uomo delle pulizie della Microsoft".


MORALE:
Se hai letto questa storia vuol dire che hai una e-mail.
Quindi hai più possibilità di diventare uomo delle pulizie che miliardario?...

"La leggenda dell'albero di Natale." Quando Gesù nacque, anche gli...

Quando Gesù nacque, anche gli alberi, come gli animali e come gli uomini, vollero offrirgli i loro doni per consolare la sua povertà.
Solo l'abete non aveva fatto la sua offerta: infatti non sapeva che cosa dare.
"Che cosa posso offrire, io, al Bambino?" chiese agli altri.
"Tu! - risposero - tu non hai nulla da offrire. I tuoi aghi aguzzi pungerebbero il bimbo, e le tue lacrime sono appiccicose di resina".
Il povero abete si senti molto infelice e disse con tristezza: "Avete ragione. Non ho proprio niente che sia degno di essere offerto al Bambino".
Un angelo udi quelle parole; ebbe compassione dell'abete cosi umile e decise di aiutarlo.
In alto, nel cielo, le stelle cominciavano a brillare.
L'angelo chiese ad alcune di esse di scendere e di posarsi sui rami dell'abete.
Esse ubbidirono e il grande albero ne fu tutto illuminato.
Il Bambino Gesù lo vide e i suoi occhi brillarono di gioia. L'abete ne fu molto felice.

Molti anni dopo, le persone che conoscevano questa storia presero l'abitudine di far brillare in ogni casa, la vigilia di Natale, un abete carico di candele accese, come quello che aveva brillato davanti al presepe.

“Se non comprendi alla perfezione di cosa necessiti, non... (bellissimo racconto)


Ti dissi "Rendimi viva", e tu dicesti "Cammina sul sentiero sino al pozzo nero e lì disseta la tua sete". Io giunsi al pozzo e nel guardare le sue buie profondità non scorsi acqua, ma senza secchio come avrei confermato quel che credevo d’aver visto? Attorno non c’erano mezzi per attingere quel che mi avrebbe dissetata, decisi che non vi sarei scesa, era tanto più grande di me l’impresa, ma ero stanca e confusa e decisi che sarei rimasta a riposare a lungo presso quella fonte irraggiunta. Mi venne incontro un piccolo d’uomo e chiese acqua per sé, riguardai il buio abisso e il coraggio giunse ad animarmi il cuore: "Piccolo aspetta scendo a prenderla!", dissi con una decisione tale da sbalordire anche me. Mi calai negli abissi per cercare la fonte che disseta e nello scendere in basso, sempre più in basso, trovai il nulla, ma alimentai a dismisura la mia voglia di risposte e il pensiero divenne definito e non più annebbiato come sempre lo era stato. “Se non comprendi alla perfezione di cosa necessiti, non potrai mai trovare quel ti occorre, nella mancanza la danza che ti renderà la coscienza di decidere all’evenienza, con piena presenza e perseveranza.” Risalii il pozzo con in mano un pugno di mosche, e quando rividi il piccolo che attendeva speranzoso il cuore mi si strinse in una morsa, come lo avrei dissetato se non avevo niente per lui? Lo presi in braccio, pesava tanto ma non sapeva camminare e lo portai con me, mentre perlustravo la zona alla ricerca di qualcosa per dissetarci, e il passo si faceva sempre più stanco. Ci guardammo attorno, cogliemmo fiori, cantammo amori e trovammo tanti tesori, il piccolo crebbe, e quando io non seppi più camminare fu lui a prendermi in braccio e a continuare il sentiero che avevo iniziato. “Mamma un giorno cercammo insieme acqua e trovammo fiumi d’oro, se tu non avessi camminato sarei cresciuto nei pressi di quel pozzo nero, invece tu per amore scendesti, vedesti e tornasti per portarmi avanti nei passi.” Una mamma è l’inizio di ogni cosa, ma che non resti mai solo e semplicemente l’inizio, una mamma deve essere il sentiero maestro che non impone la sua via, ma che semplicemente diffonde la luce dell’esempio, una mamma è manna quando se stessa non inganna. Il piccolo uomo, solido ormai sui suoi passi, portò la mamma in braccio sino a quando il suo peso non fu più peso e il suo cuore leggero volò alto nel cuore eterno del mondo. Una mamma è manna se non si inganna. (Cleonice Parisi)

Dedicata a mia mamma che non c'è più..


"Mamma, questa lettera è per te: è come se puntassi il cannocchiale verso le stelle e quella più bella riuscisse a splendere ancor di più perché nutrita dalla lucentezza di queste parole. Sei sempre stata con me, ogni momento della nostra vita lo abbiamo condiviso e vissuto con forza, coraggio e determinazione e ora queste parole voglio scrivertele perché mi manchi, mi ero ripromessa di non dirtelo ma sì: mi manchi davvero e certe volte credo di non riuscire a farcela.

Ti scrivo però anche perché ho un grande bisogno di dirti grazie: non ci sei più però è come se fossi sempre presente. I tuoi valori, la tua forza d'animo e la tua generosità sono rimasti in questo posto che mi regala sempre tante sorprese ma che spesso mi rattrista e mi turba, qui in questa città che tu tanto amavi e che non hai mai voluto lasciare. Sono questi tuoi valori ad essere rimasti nel mio cuore, ad avermi reso quella che sono oggi, orgogliosa della sicurezza con cui affronto tutto e felice dei rapporti che ho costruito.

Sai, mamma, c'è un motivo per cui non ti voglio dire che mi manchi: la verità è che non sei mai andata via. Spesso si dice che chi muore non c'è più, è passato a un'altra vita, ma io non lo penso e sono convinta che non sia così. Tu non mi manchi mamma: tu sei qui con me, la tua anima mi abbraccia quando mi sento sola, il tuo volto mi sorride quando tutto intorno mi spinge a piangere, il tuo sguardo mi illumina la strada da seguire e mai mi sono sentita sola, così tremendamente sola da pensare di non potercela più fare.

Ecco perché mamma voglio dirti grazie: certe volte sento un vuoto dentro che mi riporta alle nostre litigate, alle nostre passeggiate e ai nostri scherzi ma sono proprio i ricordi a colmare questo vuoto ed è proprio la tua figura a darmi forza e a infondermi coraggio.

Senza te, cara mamma, non sarei mai stata quella che oggi sono. Un giorno ci rincontreremo in un grande abbraccio, nel bel mezzo di una festa che non potrà mai finire". (Web)

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